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Semiconduttori 2030, le imprese europee favorite dal boom

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jan 16, 2022, 09:33 UTC

Semiconduttori 2030, ecco le imprese europee favorite dal boom dei chip su cui puntare e perché bisognerebbe farlo adesso.

semiconduttori

I semiconduttori dettano il futuro delle nostre vite e infatti già oggi abbiamo 40 miliardi di dispositivi connessi che hanno bisogno di semiconduttori per farlo. Ma i semiconduttori nel 2030 potrebbero essere a bordo di ben 350 miliardi di dispositivi, una media di 41 a persona sulla faccia della terra (anche per quelli che non ne avranno mai uno).

Sono le ipotesi messe su carta dagli analisti di Credit Suisse che si occupano delle ricerche sui titoli azionari europei.

Già, perché anche le aziende europee possono (e dovrebbero) approfittare della fame di semiconduttori in cui ci siamo cacciati da inizio della pandemia. Oggi è diventato difficile anche solo trovare una stampante multifunzione a un buon prezzo, altre sono esaurite e chissà quando arriveranno i rimpiazzi sugli scaffali e negli store online.

Quindi semiconduttori 2030 e l’occasione da non lasciarsi scappare per gli investitori, di esporsi con proprie riserve economiche in un settore che sta vivendo un boom costante e continuo.

Semiconduttori 2030, 5G, automotive e tanto altro

I ripetitori del 5G poco a poco ricoprono l’Italia e l’Europa e nel prossimo futuro sono destinati a soppiantare quelli del 4G, proprio come era accaduto per i ripetitori del 3G con l’avvento della tecnologia LTE.

Mentre alcuni modelli di smartphone di fascia medio e alta già sono abilitati dal 2020 e 2021 a ricevere il segnale 5G, in futuro molti altri dispositivi useranno queste frequenze per trasferire dati ad altissima velocità.

In Italia, giusto per fare un piccolo esempio, società come Linkem ed Eolo sono passate dal wimax di un decennio fa, alla tecnologia LTE 4G. Ed ora sfruttano il 5g lì dove hanno propri ripetitori. La connessione è così salita a 100 Mega per i clienti, e Tiscali (TIS) ha capito il momento e ne ha approfittato per inglobare Linkem nel suo gruppo.

Le auto avranno sempre più bisogno di chip, in particolare quelle elettriche, dove servirà migliorare anche sotto il profilo dell’efficienza energetica per garantire maggiore autonomia ai guidatori.

E poi c’è la smart mobility, che connetterà le auto ad altre auto e ai servizi di mobilità intelligente forniti dalle città, dalle società di gestione delle reti autostradali.

Sensori, semiconduttori a pioggia molto intensa e capitali da investire per permettere che tutto questo possa realizzarsi.

Crescita annua del 10%

Credit Suisse, come riporta il Financialounge, preventiva una crescita annua del 10% del mercato dei semiconduttori, anno dopo anno.

I dati derivano dalla crescita nel settore automobilistico, il quale sta vivendo un momento di grande espansione.

Si stima che il contenuto di semiconduttori passerà dagli attuali 520 dollari agli 830 dollari entro il 2025.

Cloud computing e Internet of things

Dopo aver collegato gli elettrodomestici come caldaie, lavatrici e frigoriferi al nostro smartphone, probabilmente collegheremo anche gli indumenti al nostro dispositivo mobile tutto fare.

E l’Internet of Things assumerà un altro volto, con anche le fabbriche connesse a internet (IoF, Internet of Factory).

Il passaggio al cloud computing, si guardi il Pnrr italiano con il passaggio della PA sul cloud, sarà uno dei fattori chiave per il boom dei semiconduttori da qui al 2030.

Serve tanta potenza di calcolo e tanta memoria: servono tanti semiconduttori.

Semiconduttori 2030: titoli su cui puntare

Secondo Credit Suisse, in Europa bisogna puntare su ASML, che anche in caso di calo risulta essere la più difensiva.

Da non trascurare la francese Soitec (SOI), che viene considerata la favorita tra le small e mid cap.

Quindi c’è STM Microelectronics, quotata a Milano e a Parigi. Quest’ultima viene preferita a Infineon perché viene considerata meglio posizionata per acciuffare il boom dei semiconduttori al 2030.

Infineon (IFX), tuttavia, ha un prezzo più abbordabile per i piccoli investitori.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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