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Puntare su dividendi Piazza Affari contro inflazione

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Apr 11, 2022, 08:28 UTC

Puntare sui dividendi di Piazza Affari per battere l'inflazione può essere una buona strada per chi vuole assumersi un pizzico di rischio.

dividendi

In questo articolo:

Il denaro in tasca “scotta” e anche quello sul conto corrente. Se in altri tempi la teoria del tenere il denaro sotto il mattone poteva non arrecare grandi danni al potere d’acquisto, con una inflazione prevista al +6,7% per il 2022, tenere molta liquidità sui conti correnti è abbastanza critica come scelta.

Ecco che alcune testate economiche consigliano di puntare sui dividendi di società con una certa stabilità e anche generosità nello stacco dei dividendi a favore dei propri azionisti.

Se le azioni non sono la classe di attivo preferita, nella seconda parte dell’articolo vediamo insieme un’alternativa un po’ più sicura di mantenere il potere d’acquisto del denaro nel tempo.

Puntare su Piazza Affari

Disdegnata da quanti guardano ad Amazon e a Tesla, magari attratti dalle “azioni frazionate”, ci si dimentica di Piazza Affari dove le azioni di una società come Intesa Sanpaolo (ISP) non costano oltre i 2 euro in questo periodo, e riconoscono un generoso dividendo che è tra i più alti d’Europa nel comparto bancario.

La discesa dei prezzi di questi ultimi mesi, fa notare L’Economia del Corriere, dovrebbe spingerci ad acquistare i titoli che sono a sconto o addirittura a forte sconto alla Borsa di Milano.

La regina del dividend yield è Stellantis (STLA) con l’8,6%, seguita da Intesa Sanpaolo all’8,5%.

Troviamo quindi Mediobanca con un dividend yield dell’8% e Azimut Holding al 7,1%.

Se si considera che l’inflazione per il 2022 è stimata al 6,7% per l’Italia e al 7,5% in Europa, si evince come tali titoli azionari siano discretamente appetibili per battere l’inflazione.

Ovviamente sono azioni e questo significa che il loro valore può scendere rispetto al prezzo di acquisto, ma il rischio è una componente degli investimenti.

Altri titoli azionari con un dividend yield alto, anche se inferiore all’inflazione, sono Eni (6,6%) ed ancora Banca Mediolanum (6,6%) e Banco Bpm (6,6%).

Più basso e comunque interessante, il dividend yield di Poste Italiane e Unicredit al 6,2% e quello di Enel al 6%.

Da considerare, inoltre, che la gran parte dei titoli qui citati da inizio anno vivono una performance di prezzo negativa, questo significa che si farebbe un acquisto a prezzi scontati rispetto al loro prezzo di fine anno 2021.

Il confronto con i Titoli di Stato

Confrontiamo il dividend yield delle azioni di Piazza Affari con i Btp a 10 anni. Un risparmiatore che investe in questo Titolo di Stato si garantisce il capitale investito, ma ottiene una cedola dell’1,9% con una inflazione al 6,7%.

Si tenga presente che l’inflazione non sarà passeggera come le banche centrali sperano, ce la porteremo come zavorra per il resto del decennio.

Con il Btp a 5 anni va anche peggio, la cedola è dell’1,2%.

Alternativa alle azioni

Se l’acquisto delle azioni appare come troppo rischioso per battere l’inflazione, allora una alternativa valida la troviamo nel forex.

La compravendita di valute estere può aiutare a conservare il potere di acquisto del denaro risparmiato.

Qui non si intende il fare trading giornaliero sulle valute straniere, ma di effettuare compravendita di valute su lunghi periodi sfruttando la forza e la debolezza di queste ultime sugli ampi archi temporali.

Due monete di riferimento potrebbero essere il dollaro USA (USD) e la sterlina inglese (GBP), da scambiare contro l’euro.

Le valute straniere devono essere acquistate quando sono deboli nei confronti dell’euro, e rivendute quando esse si rafforzano. Quello attuale, ad esempio, è il periodo ideale per vendere USD e GBP acquistati nel 2020 e nel 2021, quando si presentavano molto deboli.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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