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Prezzi Crypto: Ethereum e La Ghiotta Opportunità-Staking

Da:
Federico Dalla Bona
Pubblicato: Dec 8, 2021, 20:28 UTC

Una nuova maniera di guadagnare riservata ai possessori di Ethereum.

Ethereum Litecoin Ripple

Il concetto di “staking” è legato per il momento solo ad alcune cryptomonete, tra le quali la principale è Ethereum, ma vale la pena comunque approfondire l’argomento in quanto si tratta di una pratica che ragionevolmente andrà ad espandersi a breve anche su molti altri token fra quelli comunemente scambiati.

Un Premio Per Chi Detiene Una Crypto

In parole povere, lo staking comporta per i possessori di una crypto la possibilità di “far lavorare” le proprie monete in deposito, consentendo alla blockchain di utilizzarle per un determinato periodo di tempo in cambio di un premio. Per la maggior parte dei trader e degli investitori, lo staking è quindi un modo per guadagnare premi pur mantenendo formalmente bloccate nel wallet le proprie risorse.

Le cryptovalute che consentono lo staking – oltre ad Ethereum anche Tezos e Cosmos – utilizzano una sorta di “meccanismo di consenso” chiamato proof-of-stake, per garantire che tutte le transazioni siano verificate e sicure, anche senza la necessità di una banca o di altri agenti esterni a fare da garanti ed intermediari. Lo staking offre peraltro il vantaggio di contribuire alla sicurezza e all’efficienza di varie blockchain, in quanto tale pratica rende la catena sottostante ancora più resistente agli attacchi e rafforza la sua capacità di elaborare le transazioni.

L’Interesse di JP Morgan

Una serie di importanti soggetti istituzionali sta già cercando di saltare sul carro della nuova tecnologia, consci dell’importanza della posta in gioco. Il gigante dell’investment banking JP Morgan, ad esempio, ha affermato nel suo rapporto di fine giugno di credere nel potere dello staking.

Il suddetto rapporto, intitolato “A Primer on Staking – L’opportunità in rapida crescita per gli intermediari di criptovaluta e i loro clienti” ha evidenziato che lo staking di criptovalute rende “l’intero cripto-ecosistema più attraente come classe di attività”. La banca ha voluto evidenziare che lo staking ha il potenziale per agire come una delle principali fonti di reddito per gli investitori al dettaglio e istituzionali. “Stimiamo che lo staking sia attualmente un business da $ 9 miliardi per l’economia cripto, crescerà fino a $ 20 miliardi in seguito al Merge di Ethereum e potrebbe arrivare a $ 40 miliardi entro il 2025 se la proof-of-stake crescesse diventando il protocollo dominante”, è quanto si legge nel rapporto. Proprio il “Merge” di Ethereum potrebbe inevitabilmente finire per alterare le dinamiche del mercato dello staking.

In base agli ultimi dati ci sono già quasi $ 10 miliardi di asset liquidi in partecipazione, rispetto ai $ 9 miliardi che si contavano quando è uscito il rapporto di JP Morgan. Ora, questa stessa cifra dovrebbe crescere almeno di quattro volte per riuscire ad oltrepassare la soglia preventivata dalla banca di 40 miliardi di dollari entro il 2025. E’ un obiettivo realistico?

Obiettivo Irrealistico?

Per ora si contano già due players che hanno indubbiamente acquisito un vantaggio su tutti i concorrenti nel mercato del liquid staking: la maggior parte dei protocolli evidenzia infatti una grossa fetta di valore puntata su Ethereum, seguito a ruota da Terra.

Con oltre $ 6,75 miliardi e $ 2,41 miliardi, i protocolli Lido Finance e Anchor al momento spiccano fra tutti gli altri. Guardando però al ritmo lento di crescita degli ultimi due mesi, l’obiettivo di 40 miliardi fissato da JP Morgan sembra essere fuori portata.

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