Il petrolio USA nel 2022 è previsto che aumenterà in termini di produzione rispetto alle riduzioni nel 2020 e 2021. Cosa significherà per il prezzo?
Il petrolio USA “is coming back”, il petrolio statunitense sta tornando ha detto Daniel Yergin vice presidente di IHS Markit ed esperto del settore petrolifero, intervistato dalla Cnbc.
Cosa significa che il petrolio degli Stati Uniti sta tornando? Vuol dire che aumenterà la produzione nel 2022 togliendo all’OPEC e ai suoi alleati (OPEC+) quello spazio di manovra che fino a ora si sono presi ampiamente dettando la produzione e quindi il prezzo.
Ma ora che le previsioni per il 2022 sono più rosee per l’economia, anche statunitense, si prevede un ritorno graduale ai livelli di produzione di petrolio estratto dallo scisto quasi identico ai livelli pre-pandemici.
Se nel 2019 erano 12,29 milioni di barili di petrolio al giorno e nel 2020 11,28 milioni di barili, nel 2021 ancora meno a 11,18 milioni, nel 2022 si salirà a 11,85 milioni di barili estratti al giorno.
Una necessità non solo dettata dalla maggiore attività degli statunitensi in generale, ma anche dalla necessità di tenere sotto controllo l’inflazione.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è preoccupato dall’aumento galoppante dell’inflazione negli USA, dove ha raggiunto i massimi dall’inizio degli anni 1980.
Yergin ha affermato che l’amministrazione Biden ha sollecitato in più di una occasione i produttori petroliferi nazionali ad aumentare la produzione, e questa dovrebbe quindi aumentare di 900 mila barili al giorno a partire dal 2022.
Basterà a ridurre la pressione rialzista sui prezzi del Wti e del Brent?
Secondo Yergin nel 2022 il prezzo del petrolio dovrebbe oscillare nel range 65 USD – 85 USD. Una salita brusca a 100 dollari è possibile, ma solo in caso di eventi geopolitici gravi che creano scompiglio (esempi: invasione dell’Ucraina: escalation nel Golfo Persico).
Il greggio Wti (CL) viene scambiato a 76,507 USD (-0,36%) al momento della pubblicazione del presente articolo. Su base mensile il West Texas Intermediate è positivo del +7,36% e rispetto ad inizio anno è salito del +58,42%.
Le quotazioni del Brent oil (BCO) sono in leggera diminuzione a 79,197 USD (-0,31%), tuttavia su base mensile il prezzo è salito del +6,97%. Rispetto ad inizio anno il Brent vale ben il 53,81% in più.
Il petrolio USA aumenterà in termini di produzione nel 2022, questo significa anche che quanto si è promesso alla COP26, cioè di ridurre le emissioni è solo un risultato scritto su qualche foglio di carta.
La verità è che non si può sostituire il petrolio in pochi mesi, che certe scelte di conversione e transizione vanno programmate sull’arco di decadi e non di mesi o anni. Di conseguenza, prima che il cosiddetto mix energetico possa davvero iniziare a scalzare le fonti fossili, ci vorranno ancora anni e forse più di un decennio almeno. Il petrolio ci accompagnerà ancora per qualche decade.
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Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.