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Perché prezzo Bitcoin sale mentre c’è guerra in Ucraina?

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Mar 2, 2022, 08:16 UTC

Perché il prezzo del Bitcoin (BTC) è salito di valore mentre c’è guerra in Ucraina? Oligarchi, raccolte fondi e sostituzione del rublo.

bitcoin

In questo articolo:

Stiamo assistendo a un forte tracollo delle Borse mondiali a seguito della estesa guerra in Ucraina, che vede la Russia come invasore per risolvere una controversia internazionale.

Tuttavia, le criptovalute non hanno ceduto terreno se non nella parte iniziale degli attacchi: il 24 e 25 febbraio.

Molto rapidamente hanno messo a segno degli aumenti di prezzo. Come mai?

Ebbene, dall’Ucraina è giunta la notizia che sia il Ministero della Difesa, che un gruppo di programmatori e piccoli imprenditori ucraini del settore blockchain, hanno avviato rispettive raccolte fondi in criptovaluta per finanziare aiuti umanitari, ma anche acquisto di armi.

L’indirizzo ufficiale del governo ucraino avrebbe ricevuto almeno 200 bitcoin, mentre UkraineDAO almeno 1.570 ether, riporta il Coindesk.

Ci si è resi conto che in caso di guerra, le criptovalute possono viaggiare più velocemente del denaro e che organizzare raccolte fondi per dare assistenza è estremamente più rapido di qualsiasi altro canale.

Inoltre, si è finalmente capito che un sistema decentralizzato evita che si possa interrompere la catena di fornitura degli aiuti economici, almeno fino a quando in Ucraina ci sarà corrente elettrica e Internet accessibili (perché i limiti ci sono anche qui).

Non solo, qualcuno ipotizza anche che gli oligarichi cioè i capitalisti russi, stiano provando a spostare proprie riserve di denaro nelle criptovalute per salvarle dal rublo in caduta libera (vedasi coppia USD/RUB) e dai congelamenti all’estero.

Prezzo Bitcoin sale: oligarchi fanno incetta di crypto?

Si ipotizza che gli oligarchi, per sfuggire alle sanzioni imposte sullo SWIFT dai Paesi alleati dell’Ucraina, starebbero ricorrendo alle criptovalute per proteggere il valore delle loro ricchezze.

Questo perché il rublo sta crollando, la Banca centrale russa ha innalzato il tasso di interesse al 20% e perché si attende una inflazione senza precedenti su beni che scarseggeranno.

C’è la lira turca, c’è la rupia indiana e il renmimbi cinese, si obietterà. Vero, ma è anche vero che la Cina non è così favorevole a trasformare la sua moneta, in una moneta di scambio internazionale. Non dimentichiamoci che in Cina vige il divieto di portare all’estero oltre i 50 mila dollari, ci sono quindi limitazioni nel movimento del denaro anche lì.

La lira turca è in svalutazione da anni e quale oligarca sarebbe così folle da mettere lì i suoi soldi. La rupia indiana? Forse ne potrebbe beneficiare, ma non è certo uno store of value anche se negli ultimi anni il suo valore è cresciuto costantemente.

Quindi le criptovalute, ma anche qui i limiti non mancano.

La Russia userà Bitcoin per aggirare SWIFT

Altro motivo per cui le criptovalute salgono, è l’ipotesi secondo la quale molti russi inizieranno a utilizzare le criptovalute in Russia.

Si considerino questi fattori, però:

  • in Russia non ci sono exchange di criptovalute;
  • Vladimir Putin il 2 marzo ha firmato un ordine esecutivo che vieta di portare all’estero più di 10 mila USD e ha vietato ai russi di fornire ai non residenti valuta estera nell’ambito di accordi di prestito.

Questo significa che i cittadini avranno estrema difficoltà ad operare su piattaforme di scambio in criptovaluta straniere per acquistare crypto. E poi, con cosa acquisterebbero bitcoin, con i rubli?

Ammesso anche che i russi riescano a comprare crypto in India (in Cina non ci sono piattaforme di scambio, perché vietate), avranno pur sempre un limite di 10 mila dollari di controvalore.

Gli exchange decentralizzati? E come fanno i russi a passare rubli dal conto corrente personale, a Sushiswap o Uniswap? E se anche fosse possibile tecnicamente, nessuna banca russa lo permetterà mai, la banca centrale russa è totalmente avversa alle criptovalute.

Tornando alle piattaforme di scambio in criptovaluta straniera. Plausibile che gli Stati si muovano molto in fretta per trovare un regolamento che vieti ai russi di approvvigionarsi. Imponendo quindi un “ban” ai cittadini russi anche qui.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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