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L’azionario italiano in Borsa è come la nazionale: non segna

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Mar 25, 2022, 08:37 UTC

L’azionario italiano in Borsa è come la nazionale, gioca ma non è in grado di segnare. I prossimi anni saranno cruciali per il sistema economico.

azionario italiano

In questo articolo:

Irresistibile il parallelismo tra la nazionale (doverosamente in minuscolo) di calcio, che per la seconda volta non ci qualifica ai mondiali di calcio, e la Borsa Italiana.

Entrambi hanno qualità da vendere, ma entrambi sono incapaci di esprimerla, di farla vedere e far fruttare questa qualità. Così restano a casa a guardare come gli altri (nel nostro caso le Borse) vincono.

L’azionario italiano che viene preso e mollato e torna sempre al punto di partenza, fatta eccezione per qualche rara perla che nel corso degli anni, e anche dei decenni, riesce ad incrementare il suo valore con nuovi massimi storici.

Lo scorso anno, il 2021, per l’azionario italiano è andato benissimo. Morningstar fa notare che il suo indice Morningstar Italy lo scorso anno ha reso il +25,5%. Quest’anno lo stesso indice perde il -6,9% nel mese della guerra in Ucraina, ma perde il -10,69% da inizio anno.

Il raffronto che viene fatto da Morningstar è con il paniere Global markets, il quale mostra come in quattro settimane l’indice ha recuperato il +5,6%, mentre da gennaio è sceso del -3,7%. Anche qui, il 2021 è stato fantastico con il +26,7%.

Chi investe da tempo sa che spesso un indice che rende benissimo un anno, l’anno dopo ha difficoltà a ripetere la stessa performance, e va bene.

Ma l’azionario italiano si dimostra poco resiliente di fronte agli shock sistemici, fatica a recuperare.

Azionario italiano sottovalutato del 18%

Ad ogni modo, per l’azionario italiano non tutto è perduto. Anzi, gli analisti Morningstar fanno notare che il mercato delle azioni italiano è attualmente sottovalutato del 18% rispetto al “fair value”. Non tutte, quelle coperte dall’analisi Morningstar.

Cosa significa che sono sottovalutate, che c’è spazio per gli acquisti.

I rischi sistemici permanenti

All’Italia “piace” soffrire e anche restare indietro, incapace di essere adeguatamente aggressiva per coglierle le opportunità piuttosto che lasciarsele sfuggire.

Le difficoltà dell’Italia, però, si tramutano in rischi sistemici e non è come perdere una partita di calcio. Qui si perdono le imprese che non riapriranno più e il tessuto economico si impoverisce.

La enorme speculazione sul gas naturale di questi mesi sta mettendo a repentaglio le imprese italiane, tanto che in molte hanno fermato la produzione.

Dipendiamo dal gas straniero e, in particolare, per mirate scelte politiche dipendiamo dal gas naturale della Russia più che da qualsiasi altra fonte di approvvigionamento.

Siamo deboli e questo incide anche sull’azionario italiano. Una nazione è forte se si rende energeticamente indipendente. Solo così non sarà più in balia delle tensioni geopolitiche, solo così non sarà più ricattabile e solo così anche le sue società quotate saranno capaci di attirare più investimenti garantendo la crescita continua.

Si è resilienti quando si è forti sulle proprie gambe, non quando si dipende dagli altri.

Le speranze nel Next Generation EU

Guardando ad un orizzonte temporale più ampio, abbiamo davanti a noi i fondi del Next Generation EU, che in Italia sono tradotti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

Tra il 2021 e il 2024 l’Italia potrebbe aggiungere 5 punti percentuali cumulati di Pil sfruttando al meglio i fondi che giungono dall’Unione Europea. Sono stime della Deutsche Bank citati da Morningstar.

Per DBRS Morningstar, invece, il Pil dell’Italia crescerà del 3,4% nel 2022 e del +2,1% nel 2023.

Serve uno scatto di dignità al sistema italiano.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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