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L’aumento dei rendimenti dei titoli del Tesoro degli Stati Uniti spinge il dollaro in rialzo in vista della pubblicazione del rapporto sull’occupazione

Da:
James Hyerczyk
Aggiornato: Oct 6, 2016, 21:10 UTC

Nella giornata di giovedì, i titoli del Tesoro degli Stati Uniti si sono mossi in rialzo, mentre gli investitori elaboravano i nuovi dati economici e si

L’aumento dei rendimenti dei titoli del Tesoro degli Stati Uniti spinge il dollaro in rialzo in vista della pubblicazione del rapporto sull’occupazione

Nella giornata di giovedì, i titoli del Tesoro degli Stati Uniti si sono mossi in rialzo, mentre gli investitori elaboravano i nuovi dati economici e si preparavano al tanto atteso rapporto sull’occupazione, che verrà pubblicato nella giornata di venerdì. Il rendimento dei titoli decennali è salito all’1,735%, mentre quello dei trentennali è aumentato al 2,456%. Il rendimenti dei titoli a due anni ha raggiunto lo 0,85%.

I rendimenti più elevati hanno reso il dollaro un investimento più attraente, così esercitando pressione su tutte le altre valute. L’azione del prezzo suggerisce che gli investitori in titoli e in valute guardano al rapporto sull’occupazione di venerdì con ottimismo. Il documento dovrebbe registrare 171000 nuovi posti di lavoro nel mese di settembre. Il tasso di disoccupazione dovrebbe rimanere al 4,9%, inferiore all’obiettivo della Fed. Le retribuzioni orarie medie dovrebbero aumentare dello 0,2%. I dati positivi dovrebbero rafforzare la possibilità di un prossimo innalzamento dei tassi di interesse.

DATI ECONOMICI SUGLI STATI UNITI

Il rapporto Challenger sui tagli all’occupazione segna una diminuzione del 24,7%. L’ultimo dato registrava una contrazione del 21,8%. Il rapporto misura il numero di tagli all’occupazione annunciati dai datori di lavoro. Più il dato è basso, migliori sono le conseguenze per il dollaro.

Le domande settimanali di sussidio di disoccupazione sono state 249000, meno delle 255000 previste e delle 254000 della scorsa settimana. Il numero basso potrebbe indicare che gli investitori stanno attraversando tempi difficili nel trovare dipendenti validi, qualificati. I datori di lavoro devono, quindi, tenere con sé i lavoratori di cui già dispongono.

IL DOLLARO IN RIALZO, LE ALTRE VALUTE IN RIBASSO

L’incremento sperimentato dai rendimenti dei titoli del Tesoro degli Stati Uniti negli ultimi dieci giorni rappresenta il fattore principale dell’attuale apprezzamento della coppia USD/JPY, che tocca il massimo delle ultime quattro settimane. Il cambio ha raggiunto il massimo di quota 104,089 prima di ridiscendere a quota 104,00, con un rialzo di 0,0491 punti pari allo 0,48%.

La coppia GBP/USD ha continuato a crollare ai minimi pluriennali, reagendo alla possibilità di un innalzamento dei tassi di interesse negli Stati Uniti e alle conseguenze negative del recesso dell’UE sull’economia del Regno Unito.

L’innalzamento dei tassi negli Stati Uniti preme anche sulle coppie a rendimento più elevato, come UD/USD e NZD/USD. Gli investitori hanno, infatti, aggiustato i portafogli per riflettere l’elevata possibilità di una manovra restrittiva da parte della Fed prima della fine dell’anno.

L’ORO SI MUOVE IN RIBASSO A CAUSA DELL’APPREZZAMENTO DEL DOLLARO. IL GREGGIO RESISTE

I contratti future sull’oro con scadenza a dicembre negoziati sul Comex sono stati spinti in ribasso dall’apprezzamento del dollaro. Le svendita ha subito un’accelerazione dopo il raggiungimento degli stop di vendita al di sotto del minimo successivo al Brexit dei 1259,10$.  Inoltre, l’ipotesi che la Bce possa iniziare a ridurre gli acquisti di titoli di Stato ha premuto sul prezzo dell’oro.

I contratti future sul Wti hanno rotto in rialzo al di sopra dei 50,00$ al barile grazie all’ottimismo che circonda la decisione dell’Opec di ridurre la produzione e a un’altra settimana di declino delle scorte. Ora che il prezzo ha raggiunto la magica soglia dei 50,00$, gli hedger potrebbero cominciare a tornare. Inoltre, i venditori short aggressivi potrebbero prepararsi ad approfittare del recente incremento del prezzo, ritenendo che l’accordo dell’Opec non sia sufficiente a ridurre l’eccesso di offerta.

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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