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JD.com, Ok listing Borsa di Hong Kong: ‘rimpatrio forzato’

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jun 18, 2020, 07:43 UTC

JD.com, ottimo avvio del listing presso la Borsa di Hong Kong del'ecommerce cinese già presente al Nasdaq. Ecco il perché del ‘rimpatrio forzato’.

jd.com

In questo articolo:

JD.com noto marketpalce online cinese dedicato principalmente al mercato interno, ma anche con una presenza sul mercato estero, di recente ha chiesto il listing sulla Borsa di Hong Kong e il titolo ha subito guadagnato il +5,7% all’apertura il primo giorno di trading delle azioni.

Il titolo JD.com è listato anche al Nasdaq dal 2014 con ticker JD, ma la società pioniera dell’ecommerce cinese, è nata nel 1998, ha deciso di giocare anche la carta del listing ad Hong Kong per prepararsi a scenari futuri non del tutto rosei per le imprese cinesi presenti a New York.

Come noto infatti è aumentata negli USA una certa avversione nei confronti della Cina a seguito di quanto avvenuto con la gestione della pandemia. Trump e anche parte del Congresso USA vorrebbero ostacolare le imprese cinesi quotate nelle Borse statunitensi che ricevono aiuti di stato o sono partecipate direttamente dal governo cinese. Questo potrebbe significare nei prossimi anni un delisting pressoché totale delle maggiori società cinesi quotate al Nasdaq ma anche a Wall Street.

Ecco quindi la mossa di JD.com di quotarsi ad Hong Kong per giovare di una piazza che per ora resta ancora abbastanza indipendente dal governo cinese e offre alle imprese quotate i benefici dell’internazionalizzazione.

JD.com alla Borsa di Hong Kong

JD.com si è quotata alla Borsa di Hong Kong al prezzo iniziale di partenza di 226 dollari di Hong Kong (HKD) ed è quindi balzato a 239 HKD in un solo giorno.

Apertura quindi positiva per il titolo che al momento “gira” intorno ai 233,8 HKD mentre la borsa di Hong Kong è ancora aperta. Il titolo è quindi al +3,45% (+7,8 HKD) secondo quanto riporta Bloomberg.

Il ticker di JD.com ad Hong Kong è 9618:HK, come noto le Borse asiatiche assegnano numeri identificativi ai titoli listati presso di esse.

Hong Kong il rifugio delle imprese cinesi

Hong Kong sta diventando il rifugio, precario verrebbe da aggiungere data la situazione politica dell’amministrazione sempre meno indipendente, delle imprese cinesi che necessitano di essere quotato su di una Borsa internazionale.

Lo scorso anno Alibaba, rivale di JD.com, si è quotata ad Hong Kong con il ticker 9988 e poi lo ha fatto anche Netease, società cinese produttrice di video game. Entrambe le società sono presenti anche negli USA.

Hong Kong e la riforma che attrae

La Borsa di Hong Kong ha effettuato delle riforme ai suoi regolamenti per rendere la piazza molto più attraente per le imprese del comparto tecnologico ed ecco che esse si aggiungono, favorite dalle nuove condizioni.

JD.com ha istituito azioni ordinarie di classe A per 133 milioni in una IPO che ha raccolto 30,05 miliardi di dollari di Hong Kong, pari a 3,87 miliardi di USD.

JD.com e gli investimenti futuri

I 3,87 miliardi di USD raccolti dall’offerta pubblica serviranno al colosso dell’ecommerce cinese per effettuare ulteriori investimenti nella supply chain, ambito strategico ed essenziale per le società che vendono prodotti via Internet.

Gli investimenti dovranno migliorare l’efficienza operativa e l’esperienza del cliente ha scritto JD.com in un comunicato stampa di presentazione della IPO.

Ma l’investimento sarà rivolto alle tecnologie a più ampio spettro per migliorare anche la vendita e la fidelizzazione di nuovi clienti.

JD.com ha come opzione la possibilità di aggiungere ulteriori 19.950.000 azioni ordinarie di classe A se si dovesse presentare una forte richiesta. L’opzione di over-allotment (green shoe) è esercitabile dall’11 giugno scorso e per 30 giorni a partire da quest’ultima data.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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