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Con i trader che si aspettano nuove misure di stimolo da parte delle autorità di politica economicsa, le borse continuano a muoversi in rialzo

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Jul 12, 2016, 14:30 UTC

Nella giornata di martedì, lo S&P 500 è salito ai massimi storici, toccando quota 2143,60 per poi ridiscendere e assestarsi intorno a quota 2138. I

Con i trader che si aspettano nuove misure di stimolo da parte delle autorità di politica economicsa, le borse continuano a muoversi in rialzo

Nella giornata di martedì, lo S&P 500 è salito ai massimi storici, toccando quota 2143,60 per poi ridiscendere e assestarsi intorno a quota 2138. I trader sono, infatti, ancora resi fiduciosi dall’incremento dell’occupazione negli Stati Uniti. Al contempo, i trader sperano di ottenere una pausa dalle dichiarazioni dei membri della Fed, dato che i problemi nel Regno Unito e in Cina continueranno a impedire un innalzamento dei tassi da parte del Fomc nel prossimo futuro. Nella giornata di venerdì, la volatilità implicita delle borse statunitensi, misurata dall’indice Cboe della volatilità, è scesa a minimi che non si registravano da più di un mese. Il cosiddetto “indice del timore degli investitori” ha perso il 10,4% per assestarsi a 13,22 su una scala in cui una lettura al di sotto di 20 è generalmente associata con una volatilità inferiore alla media.

Per la settimana, il Vix ha chiuso in ribasso di circa il 10%.

S&P 500 Soared to a Record High

Lo S&P 500 è salito ai massimi storici

La fiducia si è accresciuta grazie al rialzo del Nikkei di quasi il 4%, determinato dalla vittoria elettorale del primo ministro Shinzo Abe. L’esito delle elezioni ha alimentato l’ottimismo circa ulteriori misure di stimolo, che potrebbero venire attuate prima del previsto.

Il rialzo in Asia ha trainato le borse europee e statunitensi. Oggi, il Dax ha guadagnato un ulteriore 2,12% per chiudere a quota 9833, dopo l’apprezzamento di più del 2% sperimentato nella giornata di venerdì. In Francia, il Cac 40 è si p mosso in rialzo dell’1,76% a quota 4265. Il Ftse 100 ha registrato un risultato decisamente positivo, salendo dell’1,4% a quota 6683, il massimo degli ultimi undici mesi. Dopo la Brexit, il Ftse 100 si è mosso in rialzo grazie al fatto di essere in gran parte composto da società internazionali, che beneficiano del deprezzamento della sterlina. Attualmente, la valuta britannica viene negoziata a quota 1,3085, praticamente invariata durante una sessione influenzata da un profondo cambiamento nella politica del Regno Unito: Theresa May si prepara, infatti, a divenire la nuova primo ministro.

L’attenzione si concentra sulla Banca d’Inghilterra e alla sua decisione di tagliare o meno i tassi di interesse. I mercati stanno scontando una riduzione dello 0,25% dell’attuale tasso dello 0,5%, che rappresenta il minimo storico.

Tale mossa non è necessariamente negativa per la sterlina, dato che i mercati l’hanno già messa in conto da tempo. Sono, invece, le mosse in attese che potrebbero aggravare il deprezzamento della sterlina.

Una delle sorprese potrebbe essere l’annuncio di un’estensione del programma di allentamento quantitativo. In questo caso, la Banca d’Inghilterra creerebbe moneta elettronica per acquistare debito pubblico nella forma di gilt.

In un rapporto sulla strategia indirizzato ai clienti, Bnp Paribas scrive: “A nostro parere, il mercato sta ancora probabilmente sottostimando le misure espansive della Banca d’Inghilterra. I nostri economisti prevedono un taglio del tasso pari a 25 punti base nel corso della prossima settimana, seguito da un’ulteriore riduzione di 25 punti base alla riunione di agosto e da un un allentamento quantitativo di 100 miliardi di sterline alla riunione di novembre.”

Barclays ha pubblicato le sue ultime previsioni sull’economia, in cui afferma che il Regno Unito è già in recessione. Per Barclays, l’economia britannica subirà una contrazione nella seconda metà dell’anno e nel 2017, seppur relativamente modesta.

La giornata di oggi è stata tranquilla per i mercati valutari, con il dollaro negoziato a quota 96,41 grazie alla fiducia ispirata nei trader dal rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti pubblicato durante la sessione di venerdì. Lo yen viene cambiato a quota 103,41, in rialzo dello 0,90% dopo la vittoria del primo ministro Abe alle elezioni.

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