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Big Oil, cosa aspettarsi dalle trimestrali del secondo trimestre?

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jul 26, 2021, 07:01 UTC

Big Oil europee e statunitensi, cosa aspettarsi dalle trimestrali del secondo trimestre? La pandemia non è l'unica sfida.

petrolio greggio gas naturale

In questo articolo:

Pronte al rimbalzo le Big Oil dopo un eccezionale primo trimestre che verrà probabilmente confermato nei dati delle trimestrali del secondo trimestre del 2021. Dopo un 2020 pessimo e in cui le grandi società petrolifere hanno accumulato anche debiti, ora provano ad agguantare il recupero e a premiare gli investitori che hanno continuato a credere in loro.

Tuttavia le sfide del settore petrolifero e del gas naturale non sono svanite con il procedere della campagna vaccinale e la conseguente riapertura delle economie globali, altre sfide attendono le Big Oil e appaiono per certi versi essere più sfidanti della stessa pandemia.

Ad ogni modo, l’Opec e i paesi non-Opec si sono accordati pochi giorni fa per un rialzo della produzione mensile da 0,4 milioni di barili al giorno, che diventeranno oltre 2 milioni entro la fine del 2021.

La situazione del mercato petrolio e gas naturale

In Europa il primo trimestre delle Big oil si è dimostrato in forte ripresa e il secondo trimestre non sarà da meno grazie alla salita del prezzo delle materie prime. Questa l’analisi di Morgan Stanley in una recente ricerca, riportata dalla Cnbc.

A livello internazionale il prezzo del future sul Brent è salito a 69 USD al barile nel secondo trimestre, contro i 61 USD del primo trimestre. Mentre negli ultimi giorni il prezzo è risalito eccezionalmente oltre i 73 dollari al barile nonostante l’aumento di produzione giornaliera.

Il nervosismo intorno alle Big oil resta e si manifesta attraverso due parole: emergenza climatica. Gli investitori sono incerti sul da farsi, gli eventi climatici anche delle ultime settimane, vedasi quanto accaduto al confine tra Germania, Belgio, Paesi Bassi e Francia, è stato classificato dai politici come dovuto al cambiamento climatico. La richiesta di riduzione nell’uso di carburanti fossili non giunge più dagli attivisti del clima, ora fa parte delle politiche economiche di grandi economie come quella dell’Unione Europea. Quest’ultima ha ambizioni elevatissime: fine della commercializzazione di auto a combustibile fossile a partire dal prossimo decennio.

Big oil lo stato di salute e le aspettative

Quel che gli analisti di Morgan Stanley fanno notare è che i prezzi delle maggiori società petrolifere ed energetiche in generale, restano ancorati alle rispettive distribuzioni di dividendi.

E questo nonostante il flusso di cassa libero di tali aziende sia aumentato notevolmente. Ed anche le aspettative sui dividendi delle Big Oil, restano statiche scrive Morgan Stanley nella sua analisi.

“La transizione energetica pone gli investitori di fronte a molta incertezza, e il track record dell’allocazione del capitale del settore è rimasto misto nel migliore dei casi nell’ultimo decennio. Quindi, gli investitori stanno valutando solo il flusso di cassa pagato loro, con poco credito dato per il flusso di cassa trattenuto all’interno delle aziende”, si legge nell’analisi.

Ed ancora: “Poiché le prospettive dei dividendi non sono migliorate molto, e i rendimenti dei dividendi in aggregato sono già bassi per gli standard storici, i prezzi delle azioni hanno seguito considerevolmente le prospettive dei guadagni”.

Big oil Europa, le trimestrali del secondo trimestre: date

Riferendoci all’Europa, il 29 luglio prossimo le prime a pubblicare le trimestrali del secondo trimestre saranno Royal Dutch Shell (r6C) e Total Energies, mentre BP lo farà il 3 agosto.

Negli Stati Uniti, invece, Exxon Mobil (XOM) e Chevron dovrebbero pubblicare i loro risultati di periodo il 30 luglio, mentre Conoco Phillips (COP) riferirà i guadagni del secondo trimestre agli azionisti il 3 agosto.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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