Il prezzo del petrolio greggio WTI arretra fino al supporto di 58 dollari al barile, già in test. Il gas, invece, sta riprendendo quota sulla resistenza intermedia di 4,580 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI arretra ancora con un -1,73% giornaliero in questo momento, e si sposta fin sotto il supporto intermedio di 58 dollari al barile. Si tratta di un ritorno su nuovi minimi relativi, che potrebbero estendersi ulteriormente fino ai 56,50 dollari già nel brevissimo termine.
Come più volte evidenziato, ritengo però che il livello di 60 dollari tondi possa esercitare una certa forza di attrazione anche al ribasso, appianando nuovamente le quotazioni.
Il gas naturale, invece, ha ripreso quota sopra i 4,580 dollari e si avvicina alle resistenze successive di maggior rilievo (a 4,620 e 4,680 dollari).
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna esattamente 58 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 4,574 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI ha subito un vistoso calo nelle ultime ore. Le ragioni sono prevalentemente di natura tecnica, ma certamente il sentiment ha subito un duro colpo dopo il rafforzamento del dollaro e le aspettative per un ulteriore taglio dei tassi da parte della Fed, nel mese di Dicembre.
Ora, sul fronte tecnico, dopo la rottura del supporto intermedio a 58,60 dollari i supporti successivi si trovano a 57,40 e 56,50 dollari al barile. Entrambi potrebbero essere raggiunti già nel brevissimo termine, forse in giornata, se la spinta direzionale dovesse proseguire.
In sintesi, il quadro rimane fragile e dominato dalla pressione ribassista, ma come già accennato io non escluderei la possibilità di un lento e graduale riavvicinamento all’orbita dei 60 dollari tondi. Una chiusura settimanale sopra i 59,20 dollari potrà agevolare questo scenario.
Il prezzo del gas naturale passa di mano intorno al target intermedio di 4,580 e come prossima resistenza si trova di fronte il livello a 4,60 dollari.
I massimi relativi sono molto vicini, a 4,67 e 4,70 dollari, seguiti dalla resistenza successiva di 4,82 dollari.
Abbiamo però osservato la forte pressione ribassista che scaturisce da un test delle resistenze sopra i 4,5 dollari. Nelle ultime occasioni, il gas naturale è stato costretto a una brusca ritirata, con ritracciamenti verso i supporti tra i 4,20 e i 4,30 dollari.
Ritengo che il mercato non possa ancora garantire la spinta sufficiente per infrangere i massimi relativi, dal momento che il contesto fondamentale è pressoché immutato. Per questa ragione, preferisco fornire proiezioni più caute e mi limito a fissare a 4,65/4,67 la resistenza principale, ipotizzando invece con maggior probabilità una stabilizzazione intorno o sotto quota 4,50 dollari.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.