Il prezzo del petrolio greggio WTI non è riuscito ancora a imporsi sopra i 60 dollari al barile, mentre il gas naturale si stabilizza sopra i 4,8 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI è passato di mano sull’area dei 59,50/59,80 dollari al barile poco prima della scorsa chiusura settimanale, per poi scivolare e chiudere a 58,50 dollari al barile.
Ancora una volta, l’arretramento conferma la debolezza strutturale dei movimenti rialzisti condotti fino ad ora e allontana le prospettive per un ritorno sopra i 60 dollari al barile.
Quanto al gas naturale, il prezzo ha subito un forte rialzo per chiudere a quota 4,850 dollari, segnando un +8,6% in cinque sessioni di scambio.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 59,67 dollari al barile, nuovamente in recupero, mentre il gas naturale si ferma a 4,820 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano ancora in territorio ribassista, con i tentativi di ripresa che, sebbene più frequenti, non hanno ancora spezzato la resistenza principale a 60 dollari.
Già nelle scorse sedute i rimbalzi si erano arrestati nell’area dei 59,50–59,60 dollari, confermando la difficoltà del mercato a consolidare sopra tale fascia.
Finché questa barriera non verrà superata con decisione, il quadro tecnico resta fragile e orientato al ribasso, con i primi supporti individuabili sotto i 58 dollari: dapprima in area 57,80/57,50, poi più in profondità verso 56,80/56,50 dollari, fino al livello strategico dei 55,50 dollari, la cui violazione aprirebbe scenari di ulteriore debolezza.
Tutti gli indicatori tecnici di maggior rilievo si trovano sopra i 60 dollari, con l’EMA posizionato a,60,40 dollari.
Quanto al gas naturale, il superamento della resistenza intermedia a 4,850 dollari ha rappresentato un segnale di forza significativo, capace di riattivare il sentiment rialzista e di aprire la strada verso il livello tondo e psicologico dei 5 dollari, che assume ora il ruolo di obiettivo naturale e spartiacque per le prossime sedute. Nonostante il ritracciamento di queste ore, l’impostazione rimane immutata al rialzo.
La capacità del mercato di consolidare stabilmente sopra la soglia di 4,80$ avrebbe implicazioni importanti: da un lato rafforzerebbe la struttura tecnica, favorendo estensioni verso target superiori in area 5,20–5,30 dollari, dall’altro confermerebbe l’ingresso in una fase di momentum positivo, sostenuta anche da fattori fondamentali come la domanda stagionale e le dinamiche di offerta.
Al contrario, eventuali correzioni troverebbero i primi punti di difesa in area 4,700–4,650 dollari, con supporti più profondi collocati attorno ai 4,500 dollari, la cui tenuta risulterebbe cruciale per preservare il quadro rialzista e impedire un ritorno verso un contesto di debolezza.
In sintesi, il mercato si trova ora di fronte a un bivio tecnico: la rottura e conferma sopra i 5 dollari aprirebbe scenari di ulteriore accelerazione, mentre la mancata tenuta dei supporti sotto i 4,650 dollari potrebbe riportare il gas naturale in una fase di consolidamento ribassista.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.