Il prezzo del petrolio greggio WTI arretra dopo aver conquistato i 60 dollari, ma protagonista è il forte calo del gas naturale, giù dai massimi relativi fino ai 4,8 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano sopra la resistenza intermedia di 58,50 dollari al barile in queste ore, dopo aver perso totalmente lo slancio che aveva permesso un allungo fino ai 60 dollari al barile.
Il forte calo ha trovato nel gas naturale un corrispettivo ancor più deciso, con una correzione verso il supporto attuale di 4,80 dollari, da tradursi in una perdita del -4% in poche ore.
Mentre per il petrolio greggio si tratta di un movimento tutto sommato prevedibile (considerata la scarsa forza strutturale dell’uptrend), per il gas naturale il crollo assume i contorni di una vera e propria presa di profitto.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna esattamente 58,65 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 4,813 dollari.
Il petrolio greggio WTI, dopo il recente arretramento, si muove in un contesto tecnico delicato: la rottura del canale ascendente di breve periodo avvenuta nei giorni scorsi ha riportato le quotazioni verso il limite inferiore della fascia laterale compresa tra 58 e 60 dollari, area che da settimane funge da baricentro del mercato.
Attualmente i prezzi si attestano intorno a 58,79–59,29 dollari, con il supporto chiave a 58 dollari che rappresenta il livello discriminante tra una possibile fase di consolidamento e l’avvio di un nuovo impulso ribassista. In caso di tenuta del supporto, il mercato potrebbe tentare un rimbalzo verso la resistenza intermedia a 60 dollari e successivamente verso i 61–62 dollari, dove si collocano le resistenze più solide e non ancora testate a dovere.
Al contrario, una violazione decisa del livello di 58 dollari aprirebbe la strada a test più profondi verso 57,50 e 57,00 dollari, con rischio di estensioni anche lungo i minimi relativi a 55 dollari e oltre.
Il gas naturale, reduce dai massimi pluriennali toccati nelle scorse sessioni di scambio, ha avviato una fase correttiva significativa che lo ha riportato sotto la soglia dei 5 dollari. Quest’ultimo è un livello che rappresenta un importante spartiacque tecnico e psicologico.
Attualmente, le quotazioni si attestano sopra il supporto intermedio di 4,80 dollari, ma ulteriori arretramenti potrebbero verificarsi nel corso della settimana. La struttura tecnica risulta infatti decisamente indebolita e una rottura dell’ultimo supporto potrebbe far accelerare la discesa fino ai 4,650 o 4,50 dollari.
Per annullare i tentativi di ritracciamento ancora in corso, il mercato dovrebbe riportarsi stabilmente sopra la soglia psicologica dei 5 dollari. Tuttavia, il recupero di tale livello appare oggi più complesso rispetto all’ultima occasione, richiedendo probabilmente tempi e volumi più consistenti.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.