Il prezzo del petrolio greggio WTI arretra sensibilmente, ma il crollo più ampio è quello registrato dal gas naturale sui 4,2 dollari (-17% in cinque giorni).
Il prezzo del petrolio greggio WTI continua a scambiare in territorio negativo, con un affondo deciso sotto il supporto intermedio dei 58 dollari. Questa rottura proietta le quotazioni in una zona particolarmente sensibile, al di sotto della precedente fascia laterale, dove la pressione ribassista tende a intensificarsi e il mercato mostra una crescente vulnerabilità a ulteriori discese.
Il gas naturale, dal canto suo, ha esteso il movimento discendente con una dinamica ancora più marcata. Dopo aver violato il primo supporto intermedio a 4,50 dollari, il prezzo ha accelerato verso il basso fino a raggiungere l’ultimo livello di supporto individuato nel nostro scenario ribassista, situato in area 4,20 dollari. Non possiamo al momento garantire un esaurimento della pressione ribassista.
Precisamente, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna esattamente 57,93 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 4,210 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI registra un nuovo arretramento, pur senza mostrare una particolare inclinazione a estendere con decisione il movimento ribassista.
La struttura di breve periodo rimane infatti equilibrata, e le possibilità di un recupero restano pienamente aperte: il primo obiettivo rialzista significativo si colloca a 58,50 dollari, seguito dai successivi livelli di 59,50 e 60 dollari, che rappresentano le resistenze chiave dell’attuale scenario tecnico.
Tuttavia, considerando la persistente piattezza delle quotazioni all’interno della già citata fascia laterale compresa tra 58 e 60 dollari, appare più verosimile un ritorno sopra i 58 dollari e un consolidamento proprio in quell’area.
Qualora invece la ripresa non dovesse concretizzarsi, il WTI potrebbe tornare a scivolare verso il basso, con un primo obiettivo rappresentato dai minimi relativi a 57,30 dollari (testati nella seduta precedente) e, in caso di ulteriore debolezza, dal supporto successivo in area 56,50 dollari.
Il prezzo del gas naturale ha subito un brusco arretramento, proseguendo le fisiologiche prese di profitto innescate dal recente ritorno sui massimi pluriennali. A pesare sul sentiment hanno contribuito anche le previsioni meteo per gli Stati Uniti, risultate meno rigide del previsto e quindi meno favorevoli a un incremento della domanda.
Il crollo settimanale si è così ampliato fino a un -17%, e lo scenario attuale distingue due possibilità alternative: una stabilizzazione in area 4,20 dollari, in attesa di nuovi catalizzatori, oppure un’ulteriore discesa verso il successivo supporto psicologico posto a 4 dollari tondi.
Un livello tecnico particolarmente rilevante si colloca poco sotto i prezzi attuali, a 4,190 dollari, in corrispondenza dell’EMA a 50 giorni. Una rottura decisa di questo riferimento fornirebbe (qualora servissero altre conferme) una ulteriore accelerazione al microtrend ribassista dominante.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.