Il prezzo del petrolio greggio WTI e quello del gas naturale recuperano quota in maniera significativa, con il gas naturale in particolare già sopra i 3 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano sopra il target intermedio di 58,8 dollari al barile, in un tentativo di ripresa dopo il forte calo degli scorsi giorni. Come già accennato nelle scorse analisi, il recupero partirà però solo da un ritorno sopra i 62 dollari al barile, all’interno della fascia laterale calcata per molte settimane.
Il prezzo del gas naturale, diversamente dal WTI, ha invece ripreso quota fino a raggiungere la resistenza pricipale di 3 dollari e dunque pare in grado di scongiurare lo scenario più spiccatamente ribassista.
Precisamente, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna esattamente quota 58,90 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 3,044 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI cerca di superare la resistenza pirncipale di 58,80 dollari per proiettarsi già in prossimità del target successivo a 59,50 dollari. Immediatamente dopo questa seconda resistenza, la commodity potrebbe riuscire a testare il livello tondo e psicologico di 60 dollari al barile.
Appare evidente come il superamento di questo livello possa garantire la spinta necessaria per chiudere definitivamente la parentesi più spiccatamente bearish. Il recupero della già citata fascia laterale a 62 dollari confermerebbe l’impostazione di ripresa per il petrolio greggio.
A pesare sulle prospettive di brevissimo termine sono però alcuni fattori macro particolarmente rilevanti, come la tregua a Gaza e la minaccia di maggiori dazi sulla Cina (che possono minare le attese di produzione industriale).
Il contesto attuale, insomma, non garantisce ampi margini di ripresa; al contrario, per il resto della settimana ritengo più plausibile un mantenimento delle quotazioni sotto i 60 dollari al barile. Questo livello di resistenza potrebbe infatti richiedere una spinta maggiore prima dell’effettivo break-out.
Per il gas naturale ritengo invece più plausibile un’estensione rialzista significativa. Dopo il recupero dei 3,050 dollari attuali, il livello tecnico successivo si trova a 3,130, ovvero immediatamente sopra l’EMA a 30 e a 50 giorni.
Se il gas naturale riuscisse a recuperare in tempo questo valore, potremmo allontanare definitivamente lo scenario ribassista e ipotizzare un proseguimento dei rialzi o un consolidamento di sicurezza.
La tenuta del fresco supporto a 3 dollari tondi sarà fondamentale: se il gas naturale riuscirà a mantenere questo target, allora quasi certamente osserveremo nuove estensioni rialziste già in giornata, verso il target sopra citato.
Se invece il supporto dovesse iniziare a scricchiolare, le prese di profitto potrebbero rigettare indietro il gas naturale, fino ai minimi di fine settembre a 2,875, evitati nel corso degli ultimi arretramenti.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.