Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano sopra la resistenza intermedia di 60 dollari al barile e il gas naturale ha superato i 4,50 dollari ma rischia un ritracciamento.
Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano in lieve ripresa sopra i 60 dollari al barile, ma nel complesso la tendenza delle quotazioni rimane immutata e non si prevedono forti scossoni laterali.
Il gas naturale, invece, è riuscito a superare la resistenza a 4,5 dollari al barile e ora sta costruendo un supporto per scongiurare nuovi arretramenti. Si tratta di un obiettivo intermedio molto prezioso per la commodity, ora ampiamente sopra i massimi dell’ultimo anno.
Precisamente, al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 60,85 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 4,517 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI rimane piuttosto piatto, nonostante il recupero che mira ad allontanare le quotazioni dai target intermedi sotto i 60 dollari tondi.
Questo andamento riflette una fase di consolidamento del mercato, in cui gli operatori sembrano attendere nuovi catalizzatori prima di prendere posizioni più decise. La stabilità sopra i 60 dollari al barile rappresenta un livello psicologico importante, che potrebbe fungere da supporto nel breve termine.
Tuttavia, le pressioni ribassiste non sono del tutto scomparse. I timori legati a un rallentamento della domanda globale, in particolare dalla Cina, e l’incertezza sulle prossime mosse dell’OPEC+ in merito ai tagli produttivi, continuano a pesare sul sentiment.
Dal punto di vista tecnico, il WTI mostra una certa difficoltà a superare le resistenze poste in area 62/63 dollari, ancora nemmeno testate a dovere dall’ultimo crollo.
Il riferimento tecnico più agevole da raggiungere sarà l’EMA a 50 giorni a quota 61,27 dollari; oltre questo target, possiamo attenderci tutt’al più un allungo fino a quota 61,50 dollari, in attesa di nuovi stimoli rialzisti.
Il gas naturale è rimasto sui massimi relativi ed è riuscito a conquistare il target di 4,5 dollari (in verità già sotto pressione) al termine di una lunga corsa rialzista.
Se il nuovo supporto in fase di costruzione dovesse reggere la spinta ribassista, allora potremmo osservare nuovi stimoli per un consolidamento sul livello attuale e un’estensione verso la fascia tra i 4,55 dollari (già testati ieri) e i 4,70 dollari.
Una rottura del supporto a 4,50 dollari potrebbe invece agevolare le prese di profitto e causare ritracciamenti anche più violenti di quelli osservati nella scorsa settimana, fin oltre il supporto a 4,20 dollari.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.