Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano sopra il livello di 60 dollari e il gas naturale si mantiene sui 4,20 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI ha mostrato segnali di consolidamento, recuperando leggermente terreno dopo aver testato il solido supporto a quota 60 dollari. Lo scenario tecnico resta improntato alla lateralità, in attesa di un breakout sopra la resistenza intermedia posta a 62 dollari al barile, seguito da un possibile attacco al livello successivo di 63,50 dollari.
Diversamente, il gas naturale ha mantenuto una buona stabilità e ha rafforzato il trend rialzista in atto, superando con decisione la soglia dei 4,2 dollari, confermando così la solidità del momentum positivo.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 60,86 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 4,244 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI continua a muoversi in un contesto di consolidamento laterale, con oscillazioni contenute all’interno di un range ben definito. La resistenza intermedia posta a 62 dollari al barile rappresenta attualmente il principale ostacolo a un’estensione del movimento rialzista: solo un superamento deciso di tale livello potrebbe aprire la strada verso target superiori, come l’area dei 63,50–64 dollari.
Sul fronte opposto, il supporto statico a 60 dollari si conferma un livello chiave, già testato più volte nelle ultime sedute. La sua tenuta è cruciale per evitare un deterioramento del quadro tecnico: una rottura al ribasso potrebbe infatti innescare una correzione più profonda, con obiettivi potenziali in area 58,50 e successivamente 57 dollari al barile.
Il prezzo del gas naturale si trova attualmente in una fase cruciale, in cui la tenuta del livello di 4,2 dollari rappresenta un punto di snodo fondamentale per la conferma dell’uptrend in corso. Una stabilizzazione su questa soglia potrebbe infatti fungere da trampolino per un’estensione del movimento rialzista, con obiettivo primario posto a 4,5 dollari, livello già raggiunto nel picco del 10 marzo.
Tuttavia, prima di poter ambire a tale target, la commodity dovrà affrontare alcune resistenze intermedie significative, localizzate a 4,28 e 4,35 dollari. Da questi livelli potrebbe scaturire una naturale pressione al ribasso, tipica dei movimenti di ritracciamento conseguenti a una fase di accelerazione.
In uno scenario meno marcatamente ribassista, è plausibile ipotizzare un arretramento già in prossimità dei 4,2 dollari, senza necessariamente raggiungere le resistenze superiori. Qualora il supporto attuale dovesse cedere, il prezzo potrebbe avviare una correzione più profonda, con potenziali discese verso i 4 dollari tondi e, in caso di ulteriore debolezza, anche al di sotto di tale soglia.
In sintesi, il quadro tecnico resta delicato e la tenuta dei 4,2 dollari sarà determinante per mantenere intatta la struttura rialzista e scongiurare un’inversione di tendenza.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.