Guerra in Ucraina ed Europa, mercati avranno bisogno di tempo per smaltire

Alla Cina nelle ultime due settimane i mercati finanziari hanno fatto capire che non deve appoggiare l’avventura bellica dal sapore novecentesco di Vladimir Putin, anche se a inizio febbraio hanno firmato un accordo di cooperazione “illimitata” sulla falsa riga di quelle che si siglavano prima dello scoppio di un grande conflitto mondiale.

Un vero ritorno al passato, in cui se da una parte la Cina è stata avvisata dai mercati e infatti il capo, Xi Jinping, si è seduto ad una scrivania per parlare quasi due ore con Joe Biden, dall’altra c’è la nostra Europa minacciata direttamente dalla visione messianica di Putin: riunire tutte le russie sotto una unica Russia.

Gli Stati Uniti sono lontani da questo conflitto e più che inviare armi, dare soldi e inviare qualche migliaio di soldati dimostrativi per rafforzare l’est Europa, non farà. Gli USA lo hanno detto ancor più chiaramente: anche in caso di forza di interposizione inviata dall’ONU in Ucraina, militari statunitensi non ce ne saranno neppure come caschi blu.

Guerra in Ucraina e la crisi in Europa

L’Europa è quindi alle prese con una crisi geopolitica che è la più grave dalla seconda guerra mondiale a oggi. Negli ultimi 20 anni l’Europa (intesa come Unione Europea), per volontà di integrazione e forse per altri interessi, ha stretto legami forti con il tessuto economico ucraino e ancor di più con quello russo.

Prendiamo gran parte del gas che ci serve dalla Russia, e anche una buona fetta di petrolio. Altre materie prime come il nickel provengono in grande quantità da lì. Il neon e altre materie prime fondamentali per l’elettronica provengono dall’Ucraina.

E senza dimenticare che l’Ucraina è il granaio d’Europa. Cosa accadrà, dunque, quando la Russia di Vladimir Putin completerà la sua visione messianica e cioè conquisterà tutta l’Ucraina?

Cosa accadrà all’Europa? Dopo le storiche sanzioni applicate alla Russia, c’è da attendersi ritorsioni economiche senza precedenti. Il grano ucraino potrebbe salpare per andare ad est e non più ad ovest (cioè da noi in Europa): nei prossimi mesi è previsto il raccolto.

Mercati finanziari, Cina e Stati Uniti

Tutto lontano dai mercati finanziari? Per nulla come stiamo assistendo in queste settimane. Gli investitori hanno ben capito la situazione.

La Cina resterà a guardare e nel frattempo si posizionerà per accogliere gli investitori che alla fine andranno da lei a cercare riparo. Del resto anche molte grandi società di investimento e di gestione patrimoniale stanno spingendo i loro clienti a investire di più in Cina come se fosse l’unica soluzione possibile (questo con il rischio di diventare totalmente dipendenti dall’economia cinese nei prossimi decenni).

Gli Stati Uniti hanno tutto ciò che gli serve. Hanno gas a sufficienza, hanno petrolio a sufficienza. Non sono del tutto al riparo, ma hanno un più ampio spazio di manovra rispetto all’Europa e possono concentrarsi sull’inflazione come ha fatto la Fed la scorsa settimana.

Come posizionarsi in Europa?

Per chi non intende lasciarsi ammaliare dalle sirene ad oriente, ed intende mantenere i suoi investimenti in Europa la scelta ricade sui titoli difensivi.

Tuttavia, non tutti i titoli difensivi lo sono per davvero. I prossimi mesi saranno critici e la caduta di profitto potrebbero subirla anche alcuni titoli difensivi.

Bisognerà cercare aziende che hanno bilanci molto solidi e capacità di determinare i prezzi sul mercato di riferimento. Vinceranno anche quelle aziende che hanno un solido rapporto con la propria clientela e che hanno stretto legami forti con essi.