Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano ancora poco sotto i 62 dollari e il gas naturale riprende quota guardando ai 3,4 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI ha chiuso la scorsa settimana nel complesso con un forte rialzo, del +7% nel corso di una sola settimana. L’allungo non è stato però sufficiente a garantire il superamento della soglia critica a 62 dollari al barile, che avrebbe totalmente invertito lo scenario bearish dominante.
Il gas naturale, invece, è stato costretto ad arretrare dai massimi relativi ritestati in settimana (oltre i 3,55 dollari), ma nel complesso si mantiene ancora solidamente rialzista. Lo scenario attuale rimarrà invariato fino a un crollo oltre il supporto di 3,2 dollari; solo da quel momento in poi, potremmo iniziare a ipotizzare un’inversione di tendenza al ribasso.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna esattamente 61,72 dollari al barile e il gas naturale passa di mano nuovamente in rialzo a 3,372 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI ripartirà con l’obiettivo di proseguire i rialzi fino alla resistenza intermedia di 62 dollari al barile. In passato, questo target ha coinciso con il margine inferiore di una fascia laterale estesa fino ai 64,5/65 dollari.
Ritornare su questa soglia potrebbe dunque contribuire a stabilizzare le quotazioni e agevolare il ritorno sull’EMA a 100 giorni a quota 63,30 dollari al barile (appena sotto la resistenza intermedia successiva di 63,50 dollari).
Non riteniamo però plausibile un allungo definitivo sopra i 65 dollari già nel breve termine. Il petrolio greggio rimane infatti pressato al ribasso dagli sviluppi sul fronte mediorientale e dalla scarsa produzione industriale. Insomma, il rally della scorsa settimana, causato da nuove sanzioni USA per colpire la produzione russa, non pare destinato a proseguire ancora a lungo.
Il gas naturale ha mantenuto salda la sua inclinazione rialzista, nonostante i violenti ritracciamenti occorsi dopo il test dei massimi relativi.
Il supporto a 3,30, su cui si è chiusa la scorsa settimana, potrebbe continuare a rappresentare una solida fascia di difesa. La vera linea di demarcazione tra lo scenario moderatamente rialzista e quello più spiccatamente bearish si trova invece a quota 3,20 dollari.
Quest’ultimo target risulta rafforzato dalla sua parziale coincidenza con gli indicatori EMA ed SMA a 100 giorni; un calo oltre questa soglia potrebbe facilitare altre prese di profitto fino al supporto tondo e principale di 3 dollari. Visto il recupero osservato, non stupirebbe però un allungo volto a riconquistare i 3,4 dollari già in giornata.
Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.