Il prezzo del petrolio greggio WTI rimane stabile sui 58,50 dollari dopo l'ultimo calo, mentre il gas naturale ritraccia ancora e si ferma sopra i 4,50 dollari. Il supporto in questione reggerà?
Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano sostanzialmente stabile dopo l’ultimo calo, intorno al target di 58,50 dollari, a una certa distanza dal target principale di 60 dollari recentemente abbandonato.
Il gas naturale, invece, si presenta ulteriormente in calo sul supporto intermedio di 4,50 dollari. Se questo livello di difesa non riuscirà a frenare il downtrend in corso, il rischio è un ritorno rapido sui 4,20 dollari, forse già in settimana.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna esattamente 58,45 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 4,552 dollari.
Il prezzo del greggio WTI continua a muoversi in un contesto di consolidamento, con scambi che rimangono compressi attorno al supporto intermedio di 58,50 dollari al barile, livello che funge da baricentro di breve periodo e che, finché non verrà violato al rialzo, limita le prospettive di un recupero stabile oltre la soglia psicologica dei 60 dollari.
Tale resistenza, rafforzata dalla coincidenza con la media mobile esponenziale a 50 giorni, si configura come un vero e proprio spartiacque tecnico, poiché solo una chiusura convincente al di sopra potrebbe trasformare l’attuale fase laterale in un movimento più strutturato e direzionale, aprendo la strada a un potenziale scenario rialzista.
I target intermedi di questo scenario si trovano a 62 e 63,50 dollari, mentre un cedimento del supporto rischierebbe di riportare le quotazioni verso i minimi precedenti, accentuando la debolezza del quadro di breve periodo.
Il prezzo del gas naturale passa di mano sopra il supporto intermedio di 4,50 dollari, dopo aver ceduto oltre il 10% questa settimana, con un capitombolo iniziato il 5 Dicembre.
L’arretramento è il risultato essenzialmente delle prese di profitto fisiologiche dopo il ritorno sui massimi pluriennali, agevolate anche da temperature più elevate del previsto negli Stati Uniti (e dunque da proiezioni di consumi inferiori).
L’attuale fase correttiva sembra destinata a rallentare proprio in prossimità del supporto di 4,50 dollari, livello che potrebbe fungere da nuovo punto di equilibrio tra domanda e offerta; qualora invece la pressione ribassista dovesse prevalere, il mercato rischierebbe di scivolare verso i successivi livelli di sostegno in area 4,20 e 4,00 dollari, con implicazioni di maggiore debolezza nel quadro di breve periodo.
Un ritorno sopra i 5 dollari, allo stato attuale, rappresenta uno scenario forse eccessivamente ottimistico. Fissiamo la prima resistenza di rilievo a 4,80 dollari.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.