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Scorte E Domanda Di Greggio Fuori Sincrono

Da:
Barry Norman
Pubblicato: May 23, 2016, 09:51 UTC

I prezzi del greggio hanno chiuso la settimana allontanandosi dai massimi, ma rimanendo comunque in prossimità dei livelli più elevati. Lunedì mattina il

Scorte  E Domanda Di Greggio Fuori Sincrono

I prezzi del greggio hanno chiuso la settimana allontanandosi dai massimi, ma rimanendo comunque in prossimità dei livelli più elevati. Lunedì mattina il greggio si muove leggermente in ribasso sulla scia della presa di profitto avviata dai trader. Il greggio WTI é scambiato a 48.15$ mentre il Brent è negoziato a 48.56$.

Questa settimana gli incendi in Canada hanno innescato un interruzione della fornitura maggiore del previsto riducendo lo spread mensile del greggio a soli 48 centesimi. La stima media dei barili canadesi é ancora in perdita, infatti, continua ad attestarsi su quota 1 milione di barili giornalieri. La produzione degli Stati Uniti é diminuita per una settimana intera e il numero degli impianti di perforazione scende per la ventesima volta in 21 settimane. Tuttavia, le scorte di greggio a Cushing e gli inventari globali degli Stati Uniti aumentano ulteriormente raggiungendo nuovi record supportati anche da un flusso di importazioni nella costa del golfo degli Stati Uniti. Oltremare, il porto libico di Hariga ha caricato 650 mila barili. La cisterna si riempie per la prima volta da aprile a seguito del raggiungimento di un accordo tra Tripoli e i libici orientali. Purtroppo, il caos in Nigeria continua ad aumentare e gli analisti ritengono che le interruzioni abbiano ridotto la produzione di circa 1-1,4 milioni di barili contro gli 1,7 milioni di barili di aprile e i 2,1 milioni di barili di gennaio.

I fondi speculativi e i gestori di fondi sono sempre più disinteressati ad andare long nel greggio, mentre il mercato si chiude in prossimità dei 50$. I dati USO hanno rilevato deflussi netti in 10 delle ultime 11 settimane pari a 500$. Per quanto riguarda i soldi rapidi, nelle ultime due settimane i dati COT hanno rilevato una riduzione delle posizioni nette long  tra NYMEX WTI e ICE Brent di 95.000 contratti, i numeri mostrano la più grande vendita netta da luglio del 2015. Nelle ultime due settimane la lunghezza netta del Brent posta un calo del 15%, mentre quella del WTI posta un calo del 14%. Nelle ultime due settimane, entrambi i contratti hanno riportato una riduzione delle posizioni long e un incremento delle posizioni short. I dati della scorsa settimana includono un salto del 31% nelle posizioni short del greggio WTI.

In Asia il Brent torna al di sopra dei 49$ al barile. I prezzi hanno ampliato la loro ascesa sulla scia del calo riportato dal dollaro statunitense e dell’esplosione di un altro gasdotto in Nigeria effettuata dai militanti. Un rally ha proiettato i prezzi del greggio in prossimità dei massimi del 2016, tuttavia, la scorsa settimana tale ascesa diminuisce a seguito del rilascio dei verbali relativi alla riunione della Fed di aprile; i verbali hanno mostrato come l’istituto di credito abbia lasciato una porta aperta ad un possibile innalzamento dei tassi di interesse nel mese di giugno, scenario che ha spinto il dollaro in rialzo.

L’Organizzazione del paesi esportatori di petrolio si riunirà anche il 2 giugno a Vienna, il mercato cercherà di ridurre l’eccesso dell’offerta mondiale di greggio. Le possibilità di assistere ad un azione congiunta tra i membri Opec e gli stati non appartenenti all’Opec resta sottile.

Ministro dell’energia russo Alexander Novak ha dichiarato di aver visto un eccesso dell’offerta di circa 1,5 milioni di barili giornalieri. Tali dichiarazioni hanno versato acqua fredda sulle aspettative riguardati l’esito della prossima riunione dei membri OPEC del 2 giugno.

Gli analisti, tuttavia, si aspettano che i prezzi del greggio si allontanino dai recenti massimi, correggendo così la recente tendenza rialzista. Nelle ultime sette settimane i prezzi sono aumentati per sei settimane supportati dalle interruzioni della fornitura.

“Riteniamo che i mercati si siano mossi troppo in alto, troppo, troppo presto,” ha dichiarato Harry Tchilinguirian, responsabile della strategia di mercati delle materie prime presso la BNP Paribas SA di Londra, al Global Oil Forum di Reuter.

“La combinazione di un dollaro rialzista, di un eccesso dell’offerta rispetto alla domanda e di un incremento delle scorte potrebbe esercitare una forte pressione ribassista sui prezzi del greggio”.

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