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Titoli dei giornali, voci e annunci continuano a spingere il prezzo del petrolio

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Aug 18, 2016, 09:34 GMT+00:00

Giovedì mattina il barile cede terreno in scia alle prese di beneficio verificatesi in seguito alla lunga impennata dell'oro nero. Le prime pagine dei

Titoli dei giornali, voci e annunci continuano a spingere il prezzo del petrolio

Giovedì mattina il barile cede terreno in scia alle prese di beneficio verificatesi in seguito alla lunga impennata dell’oro nero. Le prime pagine dei giornali continuano a puntare i riflettori sulla riunione dell’Opec e degli altri paesi produttori di settembre. Il prezzo del petrolio prosegue la corsa iniziata in seguito alle dichiarazioni del ministro del petrolio russo, che ha annunciato la partecipazione del paese alla riunione dell’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio che si terrà a ottobre. La stessa Arabia Saudita si è detta disposta a intraprendere ogni misura possibile al fine di stabilizzare i prezzi del greggio.
Russia e Arabia Saudita sono i due più grandi paesi produttori di petrolio al mondo, e la loro convergenza verso una politica di stabilizzazione del prezzo del greggio potrebbe avere un impatto significativo sugli altri paesi produttori di petrolio e sul prezzo stesso.
A quanto pare, dopo una riunione informale fra i paesi membri dell’Opec a fine settembre, le trattative continueranno nel mese di ottobre, quando probabilmente il ministro del petrolio russo incontrerà i paesi produttori dell’Opec, in particolar modo il ministro dell’Arabia Saudita. Per ora i mercati tendono ad escludere iniziative volte a stabilizzare i prezzi. Secondo un rapporto della Action Economics pubblicato giovedì mattina, l’Arabia Saudita potrebbe aumentare la produzione in vista della riunione dell’Opec di settembre in Algeria, facendo poi leva su tale incremento per promuovere un congelamento della produzione.
I prezzi rimangono il 20% sopra quelli di inizio agosto e ieri si sono avvicinati ai 50 $ il barile, in vista di un possibile congelamento o persino di un taglio della produzione in seguito alla riunione prevista per il mese prossimo.
Gli analisti della Citi intravedo la possibilità di un rally basato principalmente sulle potenziali trattative future, dato che a inizio anno simili riunioni non hanno portato a nulla di concreto. “La possibilità di una collaborazione dell’Opec dovrebbe essere valutata con prudenza, essendo un terreno instabile su cui basare una rally” sostiene la banca statunitense.
I trader seguono attentamente l’andamento del prezzo, dato che la soglia dei 50 $ potrebbe magicamente spingere i produttori di scisto statunitensi a riprendere la propria attività.

Ieri il rapporto sulle scorte di petrolio della EIA ha segnalato un prelievo settimanale pari a 2,5 milioni di barili, a fronte di un incremento pari a 552.000 barili previsto. Secondo l’agenzia Usa, nella settimana conclusasi il 12 agosto le riserve di greggio sono scese di 2,5 milioni di barili mentre quelle di benzina di 2,7 milioni di barili. I dati fanno seguito a quelli diffusi martedì dall’Istituto Americano del Petrolio, che segnalano una flessione pari a 1 milione di barili di petrolio e un calo pari a 2,2 milioni di barili nelle riserve di benzina. Fra i due rapporti, quello della EIA è tenuto in più alta considerazione. Gli analisti intervistati dalla S&P’s Global Plazz prevedevano un prelievo pari a 200.000 barili di greggio e una flessione pari a 1,8 milioni di barili di benzina.

Secondo quanto riportato mercoledì da Reuters, che cita fonti ben informate, le dichiarazioni rese dal governo Saudita lasciano intendere che nel mese di agosto la produzione di greggio nel paese arabo potrebbe raggiungere i massimi storici, proprio allo scopo di influenzare le trattative informali di settembre rispetto a un possibile congelamento della produzione.
Nel mese di luglio il primo paese produttore dell’Opec ha estratto un volume record di 10,67 milioni di barili al giorno, in rialzo di circa 120.000 barili rispetto a giugno. Generalmente i sauditi aumentano la produzione con l’arrivo dell’estate quando aumenta anche la domanda di Reggio, ma questa volta la produzione ha raggiunto i massimi storici, sopra il picco dell’estate precedente.
Dopo aver mantenuto inalterata la produzione nella prima metà dell’anno, da giugno in poi i sauditi hanno cominciato a pompare petrolio; continuando su questa strada potrebbero arrivare a superare il più grande produttore di petrolio al mondo, la Russia, che non è membro dell’Opec. Secondo la fonte Reuters, un aumento della produzione concederebbe ai sauditi un vantaggio ulteriore in vista della riunione di settembre.

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