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Non Fatevi Ingannare Dal Rally Dei Prezzi Del Greggio

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Aug 16, 2016, 12:09 GMT+00:00

Lunedì le azioni globali erano per lo più rialziste. la maggior parte dei mercati azionari si attesta in prossimità dei record o dei massimi pluriennali

Non Fatevi Ingannare Dal Rally Dei Prezzi Del Greggio

Lunedì le azioni globali erano per lo più rialziste. la maggior parte dei mercati azionari si attesta in prossimità dei record o dei massimi pluriennali in mezzo alle maggiori economie inondate di liquidità delle banche centrali. Gli indici azionari statunitensi hanno postato nuovi massimi.  Il rally dei mercati azionari mondiali è stato un elemento ribassista che ha lavorato contro la classe degli asset, oro come rifugio sicuro.

L’indice del dollaro statunitense si muove leggermente in ribasso. I prezzi del greggio sul Nymer registrano un rally postando i massimi delle ultime quattro settimane supportati dalle recenti dichiarazioni dell’Arabia Saudita che si è mostrata intenzionata a collaborare con le altre nazioni produttrici per stabilizzare i prezzi mondiali del greggio. Il cartello Opec si riunirà a fine settembre. La scorsa settimana i prezzi hanno registrato un andamento rialzista dopo che il ministro dell’energia saudita, Khalid al-Falih, ha dichiarato che la nazione é pronta ad adottare misure per stabilizzare il mercato petrolifero. Sotto a pressione di un eccesso dell’offerta e un calo della domanda, i prezzi del combustibile hanno registrato un calo di circa il 60% rispetto ai massimi registrati a giugno del 2014, quando il combustibile si attestava su quota 107$ al barile.

Il greggio continua ad ampliare l’ascesa della scorsa settimana sula scia di un possibile blocco della produzione da parte dei principali produttori mondiali di greggio. Le voci e i mormorii di un simile scenario hanno spinto i prezzi in rialzo in prossimità dei massimi di aprile, tuttavia, ci sembra opportuno sottolineare il costante contrasto tra le parole e le azioni quando si tratta di congelare la produzione.

L’Arabia Saudita è il più grande produttore tra le nazioni dell’OPEC. Si ritiene il leader non ufficiale del cartello petrolifero. Il cartello composto da 14 membri dovrebbe presenziare ad una riunione informale il prossimo mese; si prevede che durante l’incontro verranno analizzate le possibilità di porre un tetto massimo, apportare un taglio o congelare la produzione.

I membri Opec hanno già discusso sull’eventualità di inserire un tetto massimo nel mese di aprile, tuttavia, la riunione non ha avuto esiti positivi poiché l’Arabia Saudita si é opposta. Secondo un economista energetico globale del Credit Suisse, la Nazione sembrerebbe ora intenzionata a collaborare con gli altri produttori e fissare così un fondo dei prezzi dopo che, a partire dal mese di novembre del 2014, ha lasciato che le forze di mercato determinassero il costo di un barile di greggio.

Detto questo, i produttori in Russia, Venezuela ed Iraq hanno dichiarato di essere disposti a congelare la produzione a determinati livelli al fine di riportare un equilibrio tra la domanda e l’offerta. Mediante il congelamento della produzione, questi paesi sperano di aumentare il prezzo del greggio. Lunedì il ministro dell’energia russo,  Alexander Novak, ha confermato che il suo paese ha già discusso tale eventualità con l’Arabia Saudita ed altri produttori. Tuttavia, l’agenzia di stampa russa Interfax ha mostrato come alcune fonti a Mosca non vedano nessun cambiamento riguardo all’opposizione dell’Iran nei confronti del congelamento.

L’esito della riunione di aprile rende gli analisti dubbiosi nei confronti di un possibile taglio o congelamento della produzione durante la riunione di settembre. Sebbene i prezzi del greggio continuino a mostrare uno scenario ribassista da due anni, hanno riportato un rincaro del 21% rispetto ai livelli registrati all’inizio del 2016.

Quando la curva dei costi si appiattisce, il gap tra i prezzi attuali e i futuri future del greggio diminuiscono. Nel mercato attuale, che è in contango,  i prezzi futuri sembrano essere inferiori al prezzo corrente, scenario che mostra un calo dell’eccesso di offerta.

L’attuale rally del mercato é da attribuire principalmente agli orsi, che coprono le loro posizioni short piuttosto che ai tori che decidono di andare long. Questa correlazione è una tendenza a lungo termine che sta collassando. Oggi, il greggio registra una crescita annua del 16% con un rincaro del 6,5% dalla riunione Opec tenutasi a Doha, Qatar, nel mese di aprile.

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