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ETF alto dividendo sui quali investire ora senza indugio

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Jun 3, 2022, 08:43 UTC

Ecco una selezione di ETF alto dividendo sui quali investire ora che ci troviamo in condizioni di mercato non certo facili.

ETF alto dividendo

Gli ETF alto dividendo stanno diventando una ancora di salvezza, o una scialuppa di salvataggio se si preferisce, per quanti stanno abbandonando il settore obbligazionario ma continuano a ricercare asset finanziari capaci di garantirgli un reddito sul lungo periodo.

Le azioni non sono prive di rischio, lo sappiamo e lo vediamo bene cosa accade nei mercati finanziari da un po’ di tempo a questa parte. Tuttavia, l’acquisto di azioni che riconoscono un alto dividendo e ancor più gli ETF dividendo, risultano essere particolarmente appetibili per una categoria di persone che guarda alla pensione, o ha come obiettivo incassare durante l’anno delle somme di denaro da destinare a obiettivi personali o di famiglia (breve, medio o lungo periodo).

Gli ETF alto dividendo nei primi quattro mesi del 2022 hanno raccolto 9,7 miliardi di euro solo in Europa, scrive Morningstar. Un dato decisamente più alto rispetto “ai flussi netti degli otto anni precedenti”, e questo la dice lunga su come si stanno posizionando gli azionisti e gli investitori in questo periodo.

Del resto Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, durante la settimana appena trascorsa non ha certo rassicurato i mercati, anzi, e dunque è presumibile pensare che gli investitori diventeranno ancor più difensivi.

Prima di parlare degli ETF alto dividendo che sono consigliati da Morningstar, è bene tenere presente alcuni consigli strategici.

ETF alto dividendo: cosa sapere prima di comprare

Gli ETF alto dividendo possono “garantire” cedole interessanti, tuttavia si consideri il fatto che il sottostante di questi fondi sono titoli azionari soggetti alla volatilità di mercato.

Questo significa che si possono anche ricevere dividendi appaganti, ma il valore dell’investimento potrebbe scendere bruscamente in caso di condizioni di mercato molto avverse.

La strategia migliore quando si vuol investire in ETF alto dividendo è forse quella di comprare quote quando calano di prezzo rispetto ai massimi.

M&G (Lux) Global Dividend

Il fondo M&G (Lux) Global Dividend ha un rating silver, scrive Morningstar, per le classi più economiche e un rating bronze per le altre categorie.

Il fondo esiste dal 2008 ed ha resistito bene durante i vari cicli economici che si sono alternati da allora. In alcuni periodi il fondo ha mantenuto una media di dividend yield non inferiore al 7% annuo.

Va fatto notare che il fondo rispetto alla concorrenza mantiene un profilo di rischio più elevato.

DWS Invest ESG equity income

Il fondo DWS Invest ESG equity income mantiene un rating bronze nelle classi economiche, secondo gli analisti Morningstar, e rating neutrale nelle altre classi.

Lanciato nel 2017, l’ETF alto dividendo integra anche i criteri ambientali, sociali e di governance (ESG), che oggi sono ricercati da molti investitori.

Per la sua caratteristica di privilegiare titoli azionari ESG, ovviamente tiene fuori dal paniere alcuni titoli con alto dividendo come possono essere le compagnie petrolifere, l’industria bellica e il tabacco.

Il fondo ha buone performance e resiste anche durante periodi critici.

Fidelity Funds Global Dividend

Il terzo ETF alto dividendo è il Fidelity Funds Global Dividend lanciato nel 2012 e che, secondo Morningstar, ha un rating silver nelle classi meno costose e bronze o neutral nelle altre categorie.

Questo fondo è tra i più grandi ETF della categoria azionari globali reddito. Il fondo predilige un approccio basato sui flussi di cassa delle aziende, che devono essere prevedibili e coerenti. Le società quotate inserite nel fondo devono avere caratteristiche di elevata solidità del bilancio e un modello di business comprensibile.

Il fondo ha retto bene anche durante la fase di taglio dei dividendi verificatasi nel 2020 e 2021 come risposta delle aziende agli effetti economici della pandemia.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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