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Il Forex è mosso da fattori fondamentali

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Mar 31, 2016, 10:29 GMT+00:00

A seguito del discorso tenuto da Janet Yellen all'Economic Club nella giornata di martedì, i titoli hanno sperimentato un rimbalzo. La relazione si è

Il Forex è mosso da fattori fondamentali

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A seguito del discorso tenuto da Janet Yellen all’Economic Club nella giornata di martedì, i titoli hanno sperimentato un rimbalzo. La relazione si è svolta dopo la chiusura dei mercati europei. I toni da colomba hanno segnalato che dovrà trascorrere più tempo del previsto prima che la Fed innalzi i tassi, in tal modo annullando i timori che la banca centrale degli Stati Uniti attuasse una manovra restrittiva il mese prossimo. La giornata di mercoledì ha visto proseguire la tendenza al rialzo innescata dal discorso di Janet Yellen, i cui toni da colomba hanno sottolineato come la Fed non abbia alcuna urgenza di innalzare i tassi di interesse.
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Il Dow, che nella giornata di martedì ha chiuso intorno ai 100 punti dopo il discorso dai toni da colomba di Yellen, si è mosso in rialzo di altri 75 punti nella sessione pomeridiana. Lo Standard & Poor’s 500 è salito dello 0,4% e l’indice composito Nasdaq ha guadagnato lo 0,4%. Attualmente, sia il Dow sia lo S&P 500 sono di nuovo in territorio positivo per la prima volta nel corso dell’anno, dopo l’avvio dell’anno peggiore di sempre per i mercati azionari. Lo S&P 500 ha guadagnato 10 punti, ossia lo 0,5%, per raggiungere quota 2065, con nove dei suoi 10 settori principali che si muovono in rialzo. I guadagni sono stati guidati dai titoli finanziari. Il Dow è salito di 98 punti, ossia dello 0,6%, a quota 17731, con la J.P. Morgan Chase alla testa dei guadagni. Il Nasdaq è aumentato di 24 punti, ossia dello 0,5%, raggiungendo quota 4871.

Affermando che la Fed “procederà con cautela” nella sua spinta alla normalizzazione dei tassi di interesse, Yellen ha innescato un rialzo delle borse su scala globale. A parte il ribasso in Giappone, le borse di Hong Kong, Cina, India, Australia, Londra, Francoforte e Parigi si sono mosse in forte rialzo.

Le borse sono state sostenute anche da un ulteriore deprezzamento del dollaro contro un paniere di valute estere. Un dollaro in ribasso incentiva le vendite delle multinazionali statunitensi, facendone aumentare i profitti, ed ha effetti positivi sia per le materie prime, come il petrolio, sia per i paesi emergenti.

Secondo i dati pubblicati dall’Adp nella giornata di mercoledì, nel mese di marzo, il settore privato ha registrato 200000 nuovi posti di lavoro. Ciò potrebbe rappresentare una possibile anticipazione dei dati che il governo degli Stati Uniti pubblicherà nella giornata di venerdì. Qualora le previsioni fossero confermate, si potrebbe notare come il mercato del lavoro negli Stati Uniti continui a seguire una tendenza nettamente positiva nonostante il rallentamento dell’economia globale. 

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Secondo le stime degli economisti interpellati da Bloomberg, il rapporto dell’Adp avrebbe mostrato un incremento di 195000 posti di lavoro, mentre i dati del Dipartimento del Lavoro dovrebbero registrare 210000 nuovi occupati. I dati verranno pubblicati nella giornata di venerdì.

I dati migliori delle aspettative hanno contribuito ben poco al ribasso del dollaro, attualmente negoziato a quota 94,89. Con un dollaro deprezzato, la coppia EUR/USD viene negoziata intorno a quota 1,1324, intorno ai massimi di marzo. L’euro si è mosso in rialzo a seguito della pubblicazione dei dati sull’inflazione in Germania, inaspettatamente salita oltre lo zero nel mese di marzo. Il dato segnala che la domanda interna e le misure di stimolo della Banca Centrale Europea potrebbero finalmente aver avviato un incremento dei prezzi. 

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I dati pubblicati dall’Ufficio Federale di Statistica di Wiesbaden nella giornata di mercoledì, basati su un calcolo armonizzato sull’Unione Europea, hanno mostrato un aumento dei prezzi al consumo pari allo 0,1% su base annua. La lettura è più alta della stima mediana di zero offerta dagli economisti interpellati da Bloomberg e si confronta con un tasso di inflazione del -0.2% registrato a febbraio. Su base mensile, i prezzi sono aumentati dello 0,8%. Secondo le previsioni della Bce, l’inflazione nell’Eurozona dovrebbe salire all’1,3% nel 2017 e all’1,6% nel 2018. L’obiettivo è rappresentato dal raggiungimento di un tasso di inflazione di medio periodo poco al di sotto del 2%. Nell’Eurozona, la fiducia nell’economia è scesa a minimi non registrati da diversi anni, nonostante le misure di stimolo adottate dalla Bce per rilanciare la crescita e annullare la minaccia della deflazione.
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Nelle prime ore di mercoledì, la coppia GBP/USD si è mossa in rialzo per raggiungere quota 1,4459, ma, in attesa della pubblicazione dei dati sull’indice dei direttori degli acquisti, prevista per oggi, è attualmente scesa a quota 1,4371. Quella di giovedì è una sessione di particolare importanza, poiché vedrà un discorso del governatore della Banca d’Inghilterra, Carney, e la pubblicazione dei dati sul Pil del quarto trimestre e sul conto corrente.

Secondo Bloomberg, la Bank of America Corp. suggerisce di vendere euro contro dollari per coprire il rischio dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, sulla base di un’ipotesi che vede la moneta unica europea sottostimare la possibilità della “Brexit”.

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