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L’indicatore dei Fed Fund riduce le chance di ulteriori incrementi dei tassi: l’oro si impenna

Da:
James Hyerczyk
Aggiornato: Feb 3, 2016, 19:32 UTC

Dopo due giorni all'interno di una gamma di oscillazione ristretta, i future sull'oro con scadenza ad aprile rompono in rialzo raggiungendo i massimi da

L’indicatore dei Fed Fund riduce le chance di ulteriori incrementi dei tassi: l’oro si impenna

Dopo due giorni all’interno di una gamma di oscillazione ristretta, i future sull’oro con scadenza ad aprile rompono in rialzo raggiungendo i massimi da inizio novembre. Dietro il rally la notizia secondo la quale i trader di Fed Fund attribuirebbero una probabilità inferiore al 30% di assistere a un incremento dei tassi nel corso del 2016.

Lo strumento di previsione mostra che i mercati finanziari assegnano una probabilità non superiore al 28% di assistere a un incremento in una riunione del 2016, e una probabilità di appena il 31% in occasione della prima riunione del 2017.

Altre notizie ci fanno pensare che il denaro stia affluendo verso l’oro, in quanto percepito come bene rifugio. Le partecipazioni presso il fondo ETF garantito in oro più grande del mondo, SPDR Gold Trust, hanno raggiunto i massimi dal novembre a 22,04 milioni di once, toccate il 2 febbraio, un dato che evidenzia un interesse crescente nei confronti del metallo.

Mercoledì i future sul petrolio greggio con scadenza a marzo vivono una brutta giornata con oscillazioni su entrambi i versanti. In apertura di sessione di mercato è stato tenuto sotto pressione dal rapporto ribassista sulle scorte pubblicato martedì dall’ Istituto americano per il petrolio; i dati riferiti alla settimana conclusasi il 29 gennaio indicano un incremento di scorte negli USA pari a 3,8 milioni di barili, per un totale di 500,04 milioni di barili.

Il mercato ha trovato supporto poco dopo l’apertura della sessione regolare, dopo che la Russia ha ribadito la propria volontà di prendere parte alle trattative con i produttori OPEC con l’obiettivo di tagliare la produzione e sostenere i prezzi. Il ministro degli esteri russo Sergei Larvrog ha dichiarato che sia l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio che i paesi non Opec sarebbero favorevoli a un incontro. Il rally intraday ha però avuto vita breve, dato che il mercato del petrolio è tornato su terreno negativo dopo la pubblicazione di dati settimanali sulle scorte, che indicano un incremento più che doppio rispetto alle previsioni degli analisti. Secondo i dati dell’agenzia di informazione sull’energia USA, le riserve di WTI sarebbero saliti di 7,8 milioni di barili, contro i 3,4-3,7 previsti dai trader.

La notizia secondo la quale il rendimento dei titoli di Stato USA a 10 anni sarebbe sceso per un breve lasso di tempo al di sotto dell’1,8%, vicino al minimo da un anno a questa parte, ha contribuito a sostenere le coppie EUR/USD e GBP/USD. Il calo dei rendimenti ha avuto un effetto ribassista sul dollaro USA. I compratori sono accorsi anche in seguito alla notizia secondo la quale in Fed Fund attribuirebbero una probabilità inferiore al 30% di un solo incremento nel corso del 2016.

Il rapporto ADP del settore privato indica un leggero rallentamento della crescita occupazionale nel mese di gennaio, anche se non marcato quanto i trader si sarebbero aspettati. Secondo il rapporto l’economia ha creato 205.000 nuovi posti di lavoro contro 193.000 previsti e sotto i 267.000 registrati nel mese di dicembre. Delude anche il rapporto ISM sul PMI dei settori non manifatturieri, i trader prevedevano una lettura di 55,1 contro un valore effettivo a 53,5.

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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