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Una guerra silenziosa tra l’euro e la sterlina

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Jun 28, 2016, 08:53 UTC

Nella giornata di lunedì, con l'incertezza causata dalla Brexit che continua a pesare sulla sterlina, la valuta britannica si dirige verso un nuovo

Una guerra silenziosa tra l’euro e la sterlina

Nella giornata di lunedì, con l’incertezza causata dalla Brexit che continua a pesare sulla sterlina, la valuta britannica si dirige verso un nuovo ribasso. Nella giornata di lunedì, la coppia GBP/USD ha perso il 3,66%, toccando gli 1,3159$, la quotazione più bassa dal settembre del 1985. La sterlina si è portata al di sotto dei minimi toccati nella giornata di venerdì a causa del panico scatenato dalla vittoria dei sostenitori del recesso al referendum sull’Unione Europea. Contro l’euro, la sterlina viene negoziata a quota 0,8353, in rialzo di 228 punti. Nella giornata di lunedì, la valuta britannica aveva perso 502 punti.

I mercati e le agenzie di scommesse avevano previsto la vittoria del fronte favorevole alla permanenza nell’UE. In tal modo, il successo dei sostenitori del recesso ha colto di sorpresa gli investitori. Nel Regno Unito, nell’Unione Europea e negli Stati Uniti, le borse sono crollate e la sterlina è franata a minimi non toccati da 31 anni.

Durante la giornata di lunedì, i principali indici azionari statunitensi si sono mossi in ribasso a causa dei continui timori provocati dalla Brexit e dell’incertezza circa l’andamento futuro dei mercati. Lo Standard & Poor’s 500 ha perso l’1,79% per segnare i 2001,00 punti.

Tra gli altri indici, il Dow Jones ha ceduto l’1,51%, toccando i 17138,67 punti, mentre il Nasdaq ha perso il 2,03% per assestarsi ai 4612,45 punti.

Nella mattinata di lunedì, dopo il discorso di George Osborne, i mercati sono stati più tranquilli. Il cancelliere dello Scacchiere ha presentato alcune informazioni dettagliate ed è riuscito a comunicare un senso di continuità e organizzazione nonostante le dimissioni di David Cameron e di numerosi membri del governo ombra.

Osborne ha, inoltre, affermato che la procedura ex art. 50 del TUE verrà avviata soltanto dopo la nomina del nuovo primo ministro, prevista per ottobre, affinché possa guidare i negoziati. Tuttavia, la calma è stata di breve durata e la sterlina è tornata presto a muoversi in ribasso.

La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha dichiarato che non potranno esservi negoziati sulla Brexit prima dell’avvio della formale procedura di recesso dall’UE. Pur accettando che il Regno Unito ha bisogno di tempo, Merkel ha aggiunto che non può essere un “lungo tempo”.

Merkel incontrerà il presidente della Repubblica francese e il presidente del Consiglio italiano a Berlino: le tempistiche dei negoziati per il recesso del Regno Unito sono al primo punto dell’agenda.

Secondo gli economisti di Goldman Sachs, il Regno Unito avvierà un “recesso mite” per il 2017. Dopo la vittoria dei sostenitori dell’uscita della Gran Bretagna dall’UE, Goldman Sachs ha corretto al ribasso le sue previsioni di crescita globale dello 0,1%, portandole al 3,1% nel 2016.

In una nota pubblicata nella giornata di lunedì, Michael Hewson, capo analista del mercato della Cmc Markets UK, scrive: “L’ordine di battaglia è già predisposto, con i leader dell’UE che premono sul Regno Unito perché dia attuazione all’art. 50 del Trattato di Lisbona. Con la politica britannica ora in stallo, l’applicazione dell’art. 50 ha bisogno di tempo, ammesso che venga attuato. Oggi, quando si rivolgerà ai membri del parlamento dopo un fine settimana di turbolenza politica, ascolteremo le prime dichiarazioni del primo ministro David Cameron dal discorso con cui ha presentato le dimissioni nella giornata di venerdì.”

US Dollar strength versus Euro

L’apprezzamento del dollaro sull’euro

Per Peter Kenny, analista senior del mercato del Global Markets Advisory Group di Wall Street, “Tutto ciò danneggia l’UE in termini di unità e consenso.” Kenny sostiene che le difficoltà in cui si trovano i mercati faranno sì che la Federal Reserve si astenga dall’innalzare i tassi nel breve periodo. Nel lungo periodo, le conseguenze potrebbero essere notevoli.

Kenny sostiene: “In realtà, ciò significa che la Fed non sarà nella posizione di normalizzare i tassi tanto quanto affermava soltanto una settimana e mezzo fa. I tassi potranno essere aumentati al massimo per la fine dell’anno.”

L’euro si è mosso in ribasso, perdendo 105 punti per toccare quota 1,1012. Al contempo, il dollaro ha guadagnato più di 100 punti, raggiungendo quota 96,66.

Gli analisti temono che l’apprezzamento del dollaro possa aggravare la trasmissione della debole crescita economica degli Stati Uniti agli altri paesi, aumentando le probabilità di una nuova recessione globale.

Sebbene la Federal Reserve abbia ricevuto dal Congresso il mandato di basare la politica monetaria esclusivamente sullo stato dell’occupazione e dell’inflazione negli Stati Uniti, nell’ultimo anno e mezzo, la Fed ha dovuto sempre più considerare ciò che accade negli altri paesi e negli altri mercati. Secondo un articolo pubblicato da James Mason, funzionari della Fed hanno già avviato intensi negoziati con le loro controparti delle altre banche centrali.

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