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Tre banche centrali mantengono la politica monetaria invariata

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Apr 28, 2016, 09:33 UTC

Nelle ultime 24 ore, tre delle principali banche centrali hanno sorpreso gli investitori mantenendo invariate le rispettive politiche monetarie.

Tre banche centrali mantengono la politica monetaria invariata

Nelle ultime 24 ore, tre delle principali banche centrali hanno sorpreso gli investitori mantenendo invariate le rispettive politiche monetarie. La Federal Reserve non ha modificato né i tassi né la propria dichiarazione sulla politica monetaria. La Banca del Giappone e la Reserve Bank of New Zealand si sono comportate allo stesso modo. Nella mattinata, il dollaro ha perso 26 punti per venire negoziato a quota 94,12. A seguito della dichiarazione della Rbnz, il kiwi ha guadagnato 32 punti, raggiungendo quota 0,6916. La vera sorpresa è venuta dalla Banca del Giappone. La maggior parte degli investitori si aspettava, infatti, che venissero perse misure aggressive per sostenere la debole situazione economica. Lo yen ha reagito duramente alla decisione della banca centrale nipponica. La coppia USD/JPY ha perso 215 punti per toccare quota 109,30, mentre il cambio EUR/JPY ha ceduto 242, raggiungendo quota 123,80.

yen movements

Marketwatch scrive che, nella giornata di mercoledì, il Dow Jones e lo S&P 500 hanno chiuso in lieve rialzo a seguito della decisione della Federal Reserve di mantenere i tassi invariati e di fornire ben poche indicazioni sul prossimo innalzamento dei tassi. Inizialmente, dopo l’annuncio della Fed, le borse hanno continuato a perdere, per poi rimbalzare e raggiungere nuovi massimi. Il Dow Jones ha guadagnato 51,23 punti, pari allo 0,3%, per raggiungere quota 18041,55, dopo un precedente ribasso di 70 punti. Il Nasdaq ha registrato risultati inferiori agli altri indici, cedendo 25,14 punti, ossia lo 0,5%, per toccare quota 4863,14. Precedentemente, il Nasdaq aveva perso 62 punti.

Nelle prime ore di giovedì, le borse asiatiche si sono mosse in rialzo, in attesa dell’adozione di nuove misure di stimolo da parte della Banca del Giappone, specialmente dopo che i dati avevano mostrato il maggiore calo dei prezzi al consumo sperimentato in Giappone negli ultimi tre anni (secondo il The Guardian).

Oltre a questa contrazione maggiore delle aspettative – lo 0,3% a marzo –, altri dati hanno mostrato come la spesa delle famiglie rimanga debole, sebbene la produzione industriale abbia registrato un rimbalzo della produzione industriale. La Banca del Giappone ha mantenuto il suo impegno ad aumentare la base monetaria, ossia circolante e depositi, a un tasso annuale di 80 trilioni di yen (730 miliardi di dollari). Inoltre, la Banca del Giappone ha lasciato invariato il tasso negativo del -0,1% applicato a parte delle riserve che gli istituti finanziari depositano presso la banca centrale. La BoJ ha ribadito il proprio calendario per il raggiungimento dell’obiettivo di inflazione del 2%, annunciato, con un programma di massicci acquisti di asset, all’inizio del 2013.

BOJ Markets

Le misure attuate della BoJ sono una componente fondamentale di un’Abenomics che, nonostante i grandi annunci, non riesce a rilanciare la debole economia del Giappone.

Nella mattinata di oggi, il governatore della Rbnz, Graeme Wheeler, ha annunciato di aver mantenuto invariati sia i tassi sia la politica monetaria. Al termine della riunione di aprile, la Reserve Bank of New Zealand ha deciso di non modificare i tassi. La mossa, correttamente prevista da 13 dei 16 economisti interpellati da Bloomberg, lascia il tasso ufficiale di sconto al minimo storico del 2,25%.

Secondo Business Insider, sebbene i tassi non siano stati ridotti in questa occasione, il tono della decisione della Rbnz suggerisce che la manovra potrebbe avvenire nei prossimi mesi. A rafforzare questa ipotesi concorre la permanenza della polarizzazione della Rbnz verso misure di allentamento, che indica come nuove misure espansive potrebbero essere necessarie per sostenere la crescita economica e le aspettative di inflazione.

La Rbnz ha dichiarato: “Ulteriori misure espansive potrebbero essere necessarie per assicurare che l’inflazione media futura si avvicini al centro della gamma obiettivo. Continueremo a osservare attentamente il flusso dei dati economici.”

La banca centrale neozelandese ha, inoltre, sottolineato che vi è “molta incertezza” circa le prospettive dell’economia.

nzdusd

La dichiarazione della Rbnz riporta: “Sul piano internazionale, l’incertezza è relativa alle prospettive della crescita globale, specialmente per quanto riguarda la Cina, e alle previsioni sui mercati finanziari. Sul piano interno, i rischi riguardano la debolezza del settore lattiero-caseario, il calo delle aspettative di inflazione, la possibilità di una continua immigrazione netta e la pressione sul mercato immobiliare.”

La Rbnz ha espresso la propria preoccupazione per il recente apprezzamento del dollaro neozelandese — tema già espresso nelle precedenti dichiarazioni —, notando che la valuta “rimane a livelli più alti del dovuto a fronte dei bassi prezzi delle materie prime esportate dalla Nuova Zelanda.” Secondo la Reserve Bank of New Zealand, adding that “un ribasso del dollaro neozelandese al fine di far aumentare l’inflazione e di sostenere il settore commerciale”.

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