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I mercati valutari sono in attesa della relazione di Yellen

Da:
Barry Norman
Pubblicato: May 27, 2016, 08:59 UTC

Nella giornata di giovedì, con i trader che riscuotevano gli utili in attesa della relazione di Janet Yellen ad Harvard, il dollaro si è mosso in ribasso.

I mercati valutari sono in attesa della relazione di Yellen

Nella giornata di giovedì, con i trader che riscuotevano gli utili in attesa della relazione di Janet Yellen ad Harvard, il dollaro si è mosso in ribasso. Sono stati pubblicati numerosi dati positivi sugli Stati Uniti, tra cui l’incremento delle vendite di beni durevoli e di abitazioni. Il dollaro viene negoziato a quota 95,24, in ripresa dal recente deprezzamento che, in attesa dei dati, lo aveva portato a quota 94,93. Dopo aver inizialmente raggiunto i 50$ al barile in quasi sette mesi, il prezzo del petrolio si è mosso in ribasso.

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Ad aprile, gli Stati Uniti registrano un aumento degli ordini di beni manifatturieri durevoli grazie alla domanda di mezzi di trasporto e di altri prodotti. Tuttavia, la perdurante debolezza che caratterizza i progetti di investimento delle imprese suggerisce che la crisi del settore manifatturiero è lungi dall’essere superata.

Thierry Albert Wizman, stratega per i tassi di interesse e le valute globali della Macquarie Ltd di New York sostiene: “In verità, sul mercato non vi è alcun incremento degli investimenti delle imprese.”

Lo yen si è mosso in rialzo, guadagnando 43 punti per raggiungere quota 109,75. La valuta nipponica ha recuperato parte delle perdite subite a causa dell’apprezzamento del dollaro, spingendo gli investitori a chiudere le posizioni in vista di una serie di eventi potenzialmente rischiosi, tra cui un intervento della presidente della Federal Reserve, Janet Yellen. All’inizio del mese, diversi funzionari nipponici si sono pubblicamente dichiarati contrari al veloce apprezzamento dello yen, salito ai massimi degli ultimi diciotto mesi. Alcuni esponenti delle autorità di politica economica hanno comunicato alla Reuters di non ritenersi particolarmente preoccupati dalla possibilità che il rialzo dello yen faccia fallire gli sforzi per la ripresa dell’economia.

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Gli investitori sono ansiosi di sapere se vi sarà un intervento sulla valuta e di conoscere gli sviluppi riguardanti la tempistica dell’aumento dell’imposta sulle vendite.

Nella giornata di mercoledì, il ministro delle Finanze giapponese, Taro Haso, ha affermato di aver dichiarato ai suoi omologhi riuniti nel G7 svoltosi in Giappone la scorsa settima che l’imposta verrà aumentata come previsto. Tuttavia, Aso non ha precisato ciò equivalga a un impegno formale del Giappone nei confronti della comunità internazionale ad attuare effettivamente tale incremento.

L’euro ha guadagnato lo 0,2% per raggiungere gli 1,1181$, dopo aver toccato il minimo delle ultime 10 settimane agli 1,1129$ nella giornata di mercoledì. L’Eurogruppo si è impegnato con decisione nella riduzione del debito della Grecia, approvando la concessione di 10,3 miliardi di euro in riconoscimento delle severe riforme di bilancio attuate dal governo di sinistra guidato dal primo ministro Alexis Tsipras. Tuttavia, il Fondo Monetario Internazionale si è nuovamente rifiutato di partecipare al terzo piano di salvataggio della Grecia fin quando non verrà fornito un piano dettagliato per la riduzione del debito nel lungo periodo.

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Con il Pil e i mutui approvati BBA risultati inferiori alle aspettative, la sterlina ha perso 36 punti per venire negoziata a quota 1,4660. Joshua Mahoney, analista di IG, sostiene: “La correzione al ribasso del Pil al 2% suggerisce che, forse, la ripresa, che attendevamo dopo 18 mesi di rallentamento della crescita, ancora non c’è. Il dato più importante di oggi è forse quello sugli investimenti delle imprese nel primo trimestre, che registrano una contrazione per il secondo trimestre consecutivo. La lettura indica chiaramente che le imprese temono i possibili effetti della Brexit. Viene, quindi, da chiedersi quale sarebbe il dato qualora il Regno Unito decidesse di recedere dall’Unione Europea.”

Il recente rialzo della sterlina viene attribuito ai sondaggi che danno il fronte favorevole alla permanenza nell’Unione Europea in crescita.

Gli economisti sono preoccupati dal calo degli investimenti delle imprese che ha caratterizzato l’economia della Gran Bretagna nell’ultimo trimestre, facendo scendere la crescita allo 0,4%. Tra le cause di questa contrazione vi sono il referendum sull’Unione Europea, le turbolenze che hanno interessato i mercati finanziari a gennaio e il rallentamento dell’economia globale.

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