Pubblicita'
Pubblicita'

Quanto ancora potrà aumentare il greggio?

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Apr 29, 2016, 11:02 UTC

Mercoledì i prezzi del greggio WTI restano costanti nella sessione statunitense rimanendo comunque in prossimità dei massimi degli ultimi cinque mese. Il

Quanto ancora potrà aumentare il greggio?

Mercoledì i prezzi del greggio WTI restano costanti nella sessione statunitense rimanendo comunque in prossimità dei massimi degli ultimi cinque mese. Il greggio sul Nymex é scambiato a 45,80$. L’altro elemento chiave “al di fuori del mercato” assiste ad un ribasso dell’indice del dollaro statunitense che si attesta in prossimità dei minimi postati a metà aprile. Un dollaro ribassista favorisce il rialzo dei metalli preziosi e dell’intero settore delle materie prime. Il Brent guadagna 63 centesimi ed é scambiato a 47,56$ mentre il greggio posta un rialzo di 56 centesimi. Nella sessione di ieri i prezzi del greggio guadagnano il 3%, testando i massimi da novembre, poiché nell’ultima riunione la Federal Reserve ha deciso di mantenere i tassi di interessi invariati ancora per un po’. La decisione della Fed continua a supportare il rialzo del mercato petrolifero, inoltre, stando a quanto riportato da Reuters un gruppo di ricerca industriale questa settimana ha mostrato un calo delle scorte di greggio statunitensi.

Nelle sue dichiarazioni la banca centrale statunitense ha lasciato intendere di non essere intenzionata ad apportare un imminente innalzamento dei tassi di interesse continuando a mantenere quel tono dovish adottato dopo il primo innalzamento effettuato a dicembre.

Contemporaneamente, gli ultimi dati hanno mostrato come nel primo trimestre l’economia statunitense abbia rallentato il suo ritmo di crescita postando i minimi degli ultimi due anni. La crescita si attesta su quota 0,1% numeri che rilevano un calo dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. Gli analisti avevano previsto una crescita dello 0,2%.

Il Trade Arabia Business ha dichiarato che giovedì il record delle scorte di greggio in stoccaggio potrebbero aver spinto alcuni investitori ad avviare una presa di beneficio dalla chiusura delle posizioni rialziste dei prezzi. I dati governativi rilasciati mercoledì hanno mostrato come la scorsa settimana le scorte di greggio siano aumentate di 2 milioni di barili postando i massimi storici a 540,6 milioni di barili.

Secondo gli analisti, nonostante il ribasso dai massimi, il sentimento del mercato petrolifero é indubbiamente rialzista, pertanto potremmo assistere ad un ulteriore rialzo dei prezzi.

Giovedì la Commerzbank ha dichiarato ” in questo momento, non esiste nulla in grado di fermare il  rialzo dei prezzi del greggio”. Gli analisti hanno rilevato un rischio imminente nella fornitura del Venezuela, nazione che sta affrontando una grave crisi energetica.

Oliver Jakob, consulente presso la Petromatrix ha dichiarato: ” La fornitura del Venezuela é a rischio immediato. Nelle prossime due settimane potremmo assistere a gravi perturbazioni.”

Anche il calo della produzione statunitense sembra aver contribuito al rincaro del greggio.

I dati dell’Energy Information Administration (EIA) degli Stati Uniti relativi alla scorsa settimana hanno mostrato come la produzione di greggio sia scesa a 8,94 milioni di barili giornalieri (BPD), un calo di quasi mezzo milione di barili giornalieri rispetto allo scorso anno.

Tuttavia la Commerzbank ha segnalato come un livello di prezzo del greggio a 50$ possa rendere il combustibile ancora più attraente agli occhi dei produttori di scisto. ” Alcuni produttori tendono ad utilizzare livelli di prezzo più elevati per le transazioni che consente di prevenire ogni futuro calo della produzione di copertura”.

Gli analisti non escludono la possibilità di assistere ad un ulteriore rialzo dei prezzi del greggio dettato dal costante calo del dollaro statunitense che quest’anno ha perso circa il 6% contro un paniere di valute principali. A tale proposito ci sembra opportuno ricordare come un dollaro debole renda il greggio più conveniente per i detentori di valute estere.

In un intervista rilasciato alla AFP, il capo regionale del FMI, Masood Ahmed, ha dichiarato che gli esportatori degli Stati del Golfo devrebbero premere sulla diversificazioni delle loro basi di reddito per contrastare i persistenti ribassi dei prezzi. Lunedì l’Arabia Saudita, principale produttore OPEC, ha valutato diverse riforme volte  diversificare la sua dipendenza economica dai fatiscenti prezzi del petrolio. Secondo Ahmed del CCG “quest’anno i prezzi del greggio sembrano essere destinati a diminuire ulteriormente, pertanto ,potremmo assistere ad un calo di quasi 100 miliardi di dollari nei ricavi dettati dalle esportazioni di greggio” in particolar modo in  Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.

 

 

 

Sull'Autore

Hai trovato utile questo articolo?

Pubblicita'