I contratti sul Wti con scadenza a luglio hanno guadagnato 58 centesimi per venire negoziati a 49,20$ al barile. Il Brent è aumentato di 47 centesimi a 49,08$ al barile.
Secondo l’American Petroleum Institute, durante la settimana conclusasi il 20 maggio, le scorte di greggio degli Stati Uniti sono diminuite di 5,137 milioni di barili a 536,8 milioni di barili. I trader si aspettavano una diminuzione pari a 3,300 milioni di barili.
Secondo i trader, la riduzione è in parte dovuta al calo delle importazioni causato dagli incendi che hanno colpito il Canada, facendo diminuire la produzione di 1,5 milioni di barili. All’aumento del consumo di petrolio può aver contribuito anche il miglioramento dell’economia.
I dati dell’Api mostrano un incremento delle scorte di benzina pari a 3,6 milioni di barili, mentre quelle di carburanti distillati, tra cui il diesel e gasolio per il riscaldamento, sono diminuite di 2,9 milioni di barili.
Per la giornata di mercoledì, gli investitori attendono un ulteriore forte calo delle scorte nel rapporto ufficiale sulle scorte che verrà pubblicato dall’Agenzia degli Stati Uniti per l’Informazione sull’Energia. In base alle stime, la riduzione delle scorte dovrebbe essere pari a 2,450 milioni di barili.
Per i trader, sebbene un apprezzamento che porti il petrolio a 50$ al barile o al di sopra di tale quotazione possa apparire attraente sui grafici, vi è, tuttavia, il rischio che un tale livello di prezzo provochi un topping out a causa dell’eccesso di offerta. Inoltre, più a lungo il mercato indugia intorno ai 50$, maggiori sono le possibilità di un incremento della produzione negli Stati Uniti. Nella scorsa settimana, il numero di pozzi petroliferi attivi è rimasto invariato: ciò indica che i produttori potrebbe aver smesso di chiudere gli impianti. Un aumento del numero di pozzi in attività nel corso di questa settimana rappresenterebbe un segnale di ribasso.