Dal picco del 2016, superiore ai 50$, raggiunto a giugno, il petrolio ha perso circa il 20%, mentre la determinante driving season negli Stati Uniti giunge al termine e la produzione riprende sia in Canada sia in Nigeria, ove era stata interrotta a causa rispettivamente degli incendi e degli attacchi di gruppi armati contro gli impianti petroliferi.
Nella giornata di mercoledì, l’Agenzia degli Stati Uniti per l’Informazione sull’Energia (Eia) ha registrato il primo incremento delle scorte di greggio commerciale degli Stati Uniti dal mese di maggio. L’Eia ha aggiunto che le scorte sono aumentate dell’1,34% su base annuale, con quelle di benzina in rialzo dell’11,8%. Le forniture hanno attualmente raggiunto livelli che non si osservavano da venti anni.
Alla pressione al ribasso contribuisce anche un lento, ma costante, aumento del numero di pozzi petroliferi attivi negli Stati Uniti. All’inizio dell’anno, le compagnie petrolifere erano state costrette a chiudere gli impianti perché il prezzo del petrolio era crollato al di sotto dei 30%, toccando i minimi degli ultimi tredici anni.