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Crescita o decrescita?

Da:
David Ruscelli
Pubblicato: Sep 30, 2016, 18:50 GMT+00:00

Si ricomincia con i dati americani Entriamo nella settimana che porta ai dati americani forse più importanti e decisivi prima delle elezioni

Crescita o decrescita?

Si ricomincia con i dati americani

Entriamo nella settimana che porta ai dati americani forse più importanti e decisivi prima delle elezioni presidenziali. L’indice ISM manifatturiero e dei servizi, oltre alla disoccupazione saranno cruciali per fornire ai mercati la giusta prospettiva per i prossimi mesi. La Fed ha lasciato nel dubbio gli investitori con le probabilità di rialzo dei tassi a dicembre al momento stimata al 50%. Dati macro positivi spingeranno in alto questo valore, viceversa in caso di delusione. La corsa alla Casa Bianca inevitabilmente influenzerà l’umore dei mercati  e dopo la prima sfida sembra essere chiaro che Wall Street preferirebbe la Clinton a Trump. Tornando però ai dati macro si parte il 3 ottobre con l’ISM manifattura, per passare al 5 ottobre con bilancia commerciale, ISM servizi e ordini beni durevoli, si chiude il 7 con la disoccupazione.

Le bacchettate di Draghi

In un’Europa alle prese con i soliti problemi bancari la ripresa stenta, costringendo diverse economie come quella italiana a rivedere al ribasso le stime di crescita ma anche le possibilità di margini di manovre espansive lato fiscale. Draghi ha di nuovo bacchettato i Governi circa la necessità di riforme immediate, ma duro è stato anche l’atteggiamento verso le banche le quali non dovranno per i prossimi anni puntare troppo su un ritorno dei margini di interesse quanto piuttosto su nuovi servizi offerti alla clientela. Per quello che riguarda i dati macro in uscita ricordiamo i PMI e le vendite al dettaglio il 5 ottobre, gli ordini di fabbrica tedeschi il 6 ottobre, la produzione industriale tedesca ed inglese del 7 ottobre.

Resto del mondo

Nel resto del mondo qualche dato interessante arriverà dal Canada (disoccupazione il 7 ottobre), dal Brasile (produzione industriale il 4 ottobre), dal Messico (7 ottobre), ma soprattutto dall’Australia. Il paese oceanico deciderà sui tassi di interesse il 4 ottobre e se il mercato non sconta manovre, sarà la retorica usata dalla Banca Centrale a indirizzare un Dollaro australiano molto pimpante finora.  Sfruttare la scia di un petrolio che ricomincia a salire sarebbe importante per invertire una tendenza ribassista in essere da tempo.

Trade della settimana

Non si può dire che la Bank of Japan abbia soddisfatto gli investitori con la sua ultima decisione di politica monetaria. Irripidire la curva mantenendo espansiva la politica monetaria con tassi negativi è una mossa ardita che finora ha prodotto i suoi effetti ma nello stesso tempo ha rimesso tutta la curva dei rendimenti sotto la linea dello zero. Lo Yen ha approfittato di questa situazione ritornando a ridosso di quota 100 contro Dollaro.  Il cambio più interessante però, anche alla luce dell’evento di politica monetaria australiana, è quello di AudJpy. In diverse occasioni area 76 ha contenuto i ribassi ed un potenziale doppio minimo potrebbe svilupparsi al superamento di 78,50. In quel caso il target grafico sarebbe da fissare ad 81.50, guarda caso zona di transito della trend line discendente che unisce i massimi di dicembre 2015 e aprile 2016.

audjpy

David Ruscelli

Forex Strategico

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