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Niente più bambini? Le imprese italiane si muovono per affrontare crisi delle nascite

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Reuters
Aggiornato: Jun 2, 2022, 07:24 UTC

di Francesco Zecchini e Gavin Jones CARTIGLIANO, Italia (Reuters) - A Cartigliano, in provincia di Vicenza, le aziende sono così preoccupate per il calo delle nascite e la mancanza di lavoratori che hanno iniziato a pagare le rette degli asili nido e le spese per l'assistenza all'infanzia alle famiglie per spronare i cittadini ad avere più figli.

Cinque bambini affacciati a una finestra di un asilo a Cartigliano, in provincia di Vicenza

di Francesco Zecchini e Gavin Jones

CARTIGLIANO, Italia (Reuters) – A Cartigliano, in provincia di Vicenza, le aziende sono così preoccupate per il calo delle nascite e la mancanza di lavoratori che hanno iniziato a pagare le rette degli asili nido e le spese per l’assistenza all’infanzia alle famiglie per spronare i cittadini ad avere più figli.

Cartigliano, comune quasi di 3.800 abitanti nel Veneto nord-orientale, non è l’unico esempio. Programmi simili sono emersi in tutto il nord-est industriale italiano: le aziende hanno preso in mano la situazione per cercare di arrestare l’acuta crisi demografica.

L’Italia non è un caso isolato. Il tasso di fecondità del Paese di circa 1,2 figli per donna è tra i più bassi al mondo, ma la tendenza al calo delle nascite e all’invecchiamento della popolazione è comune a molti Paesi con economie avanzate.

Il Veneto è noto per la moltitudine di imprese a conduzione familiare che costituiscono la spina dorsale del tessuto industriale italiano.

È un modello minacciato non solo dalla globalizzazione e dalla concorrenza a basso costo dell’Asia, ma anche dalla mancanza di giovani che lavorino in fabbriche e officine.

“Quando ero ragazza qui c’erano sempre bambini che correvano, ora non ne nascono quasi più e restano solo i vecchi”, dice Ilenia Cappeller, indicando una piazza deserta all’ombra dell’alto campanile di Cartigliano.

Cappeller, 44 anni, è amministratrice delegata di un’ azienda che produce molle industriali, cerniere e altri strumenti meccanici di precisione. Ha anche fatto nascere il Progetto Giano, che include circa 40 imprese del Paese per raccogliere fondi per incrementare il tasso di natalità.

L’iniziativa prende il nome da Giano, dio romano bicefalo, simbolo delle porte o dei nuovi inizi. Nel caso di Cartigliano, sperano che segni il passaggio da un presente arido a un futuro più fertile.

Nei 12 mesi successivi al lancio del programma, avvenuto nell’aprile 2021, sono stati raccolti 48.000 euro, che sono stati spesi per cinque progetti di finanziamento alle famiglie, alle scuole e all’assistenza all’infanzia. Cappeller punta a raccogliere altri 100.000 euro nel corso del prossimo anno.

“Siamo molto legati a Cartigliano, ma si tratta anche di un interesse personale, perché non riusciamo più a trovare lavoratori”, ha aggiunto.

La crisi demografica non è un problema solo per le aziende. Gli economisti avvertono che se l’Italia non invertirà la rotta, la già debole crescita economica diminuirà e diventerà impossibile finanziare un welfare e pensioni adeguati.

Secondo l’Istat, nel 2021 l’Italia ha registrato solo 399.431 nati, tredicesimo calo annuale consecutivo, il dato più basso dall’unificazione del Paese nel 1861. La popolazione è scesa di 253.000 unità a 59 milioni. L’Istat ha avvertito che il Paese si avvia verso un calo di 5 milioni di abitanti entro il 2050.

Persino il fondatore di Tesla, Elon Musk, l’uomo più ricco del pianeta, ha commentato la scorsa settimana su Twitter: “L’Italia non avrà più persone se questa tendenza continua”.

Uno dei motivi spesso citati per la carenza di nascite è la mancanza di sicurezza occupazionale e di assistenza all’infanzia a prezzi accessibili. Le pensioni assorbono la maggior parte della spesa sociale italiana e la maggior parte dei nuovi posti di lavoro è costituita da contratti temporanei che non offrono alcuna stabilità finanziaria.

Le imprese si stanno inserendo nelle politiche familiari per cercare di colmare le lacune e i politici locali sembrano felici di passare loro il testimone.

“Quando sono venuti da me dicendo che volevano investire negli asili e nelle scuole locali ho pensato: Dov’è il trucco?”, dice ridendo il sindaco di Cartigliano Germano Racchella. “Mi sono sentito come quando qualcuno ti dice che hai appena vinto una macchina”.

A Cartigliano, il Progetto Giano sta dando i suoi frutti. La scuola materna locale ha già 34 bambini iscritti per il prossimo anno, 10 in più rispetto a quest’anno, in quanto i genitori stanno approfittando dei 150 euro al mese di finanziamento offerti dal progetto Giano.

Desirée Zonta, 31 anni, madre di due bambini, dice che grazie al progetto Giano ha potuto permettersi di iscrivere quest’anno il suo secondo figlio Gabriele all’asilo nido : ora ha anche abbastanza tempo per cercare un lavoro part-time.

“Penso che troverò qualcosa, c’è molto lavoro a Cartigliano”, dice.

(Tradotto da Alice Schillaci, editing Claudia Cristoferi)

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