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Banche centrali dovrebbero attenersi a tassi interesse “più alti più a lungo” – Fmi

Da:
Reuters
Aggiornato: Feb 2, 2023, 18:08 UTC

(Reuters) - Le banche centrali mondiali devono rendere evidente ai mercati finanziari la probabile necessità che si debbano mantenere tassi di interesse più elevati per un periodo più lungo, al fine di riportare l'inflazione verso il target ed evitare una ripresa delle pressioni sui prezzi.

Il logo del Fondo Monetario Internazionale - World Bank Annual Meeting2018 a Nusa Dua, Bali

(Reuters) – Le banche centrali mondiali devono rendere evidente ai mercati finanziari la probabile necessità che si debbano mantenere tassi di interesse più elevati per un periodo più lungo, al fine di riportare l’inflazione verso il target ed evitare una ripresa delle pressioni sui prezzi.

Lo ha detto il Fondo monetario internazionale. 

L’avvertimento giunge nel contesto di un significativo allentamento delle condizioni finanziarie avvenuto a partire da ottobre, quando gli investitori hanno guardato al di là del forte aumento dei tassi d’interesse operato dalle banche centrali lo scorso anno per ridurre un tasso d’inflazione che ha superato il 6% in più dell’80% delle economie mondiali. Al contrario, mentre i banchieri centrali si avvicinano al picco dei tassi di riferimento e l’inflazione ha iniziato a diminuire, gli investitori hanno scommesso su una rapida svolta verso il taglio dei tassi.

“Le banche centrali dovrebbero comunicare la probabile necessità di mantenere i tassi di interesse più alti per un periodo più lungo, fino a quando non ci saranno prove che l’inflazione – compresi i salari e i prezzi dei servizi – sia tornata in modo sostenibile verso il target”, hanno scritto il direttore del dipartimento dei mercati monetari e dei capitali dell’Fmi, Tobias Adrian, e i suoi due vice in un articolo.

“Un allentamento prematuro potrebbe rischiare di provocare una brusca ripresa dell’inflazione una volta che l’attività sarà ripartita, lasciando i Paesi esposti a ulteriori shock che potrebbero smentire le previsioni sull’inflazione”, hanno aggiunto.

Il divario si è manifestato ieri, quando la Federal Reserve statunitense ha alzato il tasso di riferimento e il presidente della Fed Jerome Powell ha ribadito che la banca centrale non intende ridurre i tassi quest’anno, poiché ha bisogno di vedere una disinflazione dei beni seguita da un marcato progresso nel settore dei servizi, che si prevede richiederà più tempo.

Gli investitori lo hanno ignorato, continuando a scommettere che la Fed taglierà i tassi quest’anno, mentre i titoli azionari sono saliti. L’indice azionario S&P 500 è avanzato di oltre il 7% quest’anno ed è in rialzo di oltre il 15% rispetto ai minimi di metà ottobre. Un misura settimanale più completa delle condizioni finanziarie statunitensi, tracciata dalla Fed di Chicago, mostra che attualmente sono più allentate della media rispetto agli standard storici.

I mercati finanziari hanno reagito in modo simile oggi, quando la Banca centrale europea e la Banca d’Inghilterra hanno aumentato i tassi di interesse.

(Tradotto da Chiara Bontacchio, editing Stefano Bernabei)

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