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Una Finestra sull’Europa: il Coronavirus fa Strage sulle Borse Europee. L’Oro ai Massimi

Da:
Alberto Ferrante
Pubblicato: Feb 25, 2020, 06:55 UTC

Il Coronavirus, come si attendeva, ha schiacciato le borse europee, cancellando i progressi di Piazza Affari in questa prima parte dell'anno. L'oro assorbe i timori degli investitori e, in quanto bene rifugio, si avvicina ai 1700 dollari l'oncia.

borse europee

Come ampiamente previsto dopo l’aggravarsi dell’epidemia di Coronavirus in Italia, ieri per Piazza Affari è stata una giornata nera.

Quella di Milano è stata infatti la peggior seduta degli ultimi 4 anni, che ha obliterato settimane di rialzi in questa prima parte del 2020. A crollare sono stati prevalentemente i titoli della vendita al dettaglio, del lusso, dei trasporti e dei viaggi.

Il timore più grande è che l’economia italiana possa andare in recessione, trascinando con sé anche gli altri Paesi dell’Eurozona, i cui mercati hanno chiuso in rosso, insieme a Wall Street.

I principali indici europei

Piazza Affari ha perso ieri il -5,43%, mentre lo spread Btp-Bund ha raggiunto i 145 punti, dopo aver viaggiato intorno ai 136 fino alla scorsa settimana.

A crollare sotto i colpi del Coronavirus sono stati Juventus Fc che perde l’11,8%, Salvatore Ferragamo e Nexi in calo del -8,9% e -8,6% rispettivamente. Regge meglio, invece, TIM (-4%) e altri titoli dei settori delle utilities.

Performances disastrose, visti i settori di riferimento, anche per OVS e Autogrill che sono crollati del 13% circa.

Il DAX 30 tedesco ha chiuso in rosso del -4,01% a quota 13.035 punti, rincorso dal CAC 40 di Parigi, in calo del -3,94%. Male anche l’Ibex-35 (-4,07%) e il Ftse 100 di Londra (-3,34%).

Nel complesso, in Europa sono adesso sul mirino le società di trasporti e turistiche, come Lufthansa (-8,81%), Ryanair (-13,59%) e EasyJet (-16,67%). Con riferimento più esplicito all’Italia, a soffrire maggiormente sarà forse il comparto lusso, anche per via della cancellazione di fiere e sfilate che si affianca al fisiologico crollo della domanda internazionale.

L’oro non ha paura: ci si avvicina ai 1700 dollari l’oncia

Con le borse europee in ginocchio e il petrolio in calo, l’oro, il bene rifugio per eccellenza, ha oggi raggiunto i valori più alti degli ultimi 7 anni, superando i 1680 dollari l’oncia.

Si è trattato di un aumento del 2% circa, che ha spinto l’oro fino a 1689 dollari l’oncia, mentre le altre materie prime, come il Brent, hanno subito il colpo, con un calo del 3% circa, sotto i 57 dollari al barile. Discorso simile per il Wti sotto i 52 dollari.

La Cina non è più l’epicentro del Coronavirus?

Con la deviazione del Coronavirus in Europa, la Cina potrebbe non essere più l’epicentro economico-finanziario del Coronavirus.

Mentre, infatti, le misure di controllo sono state già attenuate in sei diverse province, con appena 11 nuovi casi in totale, in Europa i nervi sono tesissimi.

Nonostante ciò, ieri l’Indice IFO tedesco si è attestato a quota 96,1 punti, superiore al mese precedente e soprattutto alle stime che ipotizzavano un calo intorno ai 95,3 punti.

Adesso, la fiducia delle aziende sarà messa nuovamente a dura prova.

Il Calendario Economico dell’Eurozona

Dopo i dati IFO positivi, oggi si attendono i dati del PIL tedesco su base annuale.

Dalla Francia, invece, in arrivo gli indici business climate e consumer confidence, che per l’Italia saranno rivelati giovedì. Nello stesso giorno, la Spagna presenterà gli indicatori dei prezzi al consumo su base mensile e annuale.

Gli indici sulla fiducia in Italia e nel resto dell’Unione Europea giungeranno quindi dopodomani e in questo caso l’impatto del Coronavirus non potrà essere sottovalutato.

Sull'Autore

Dopo la laurea in Economia Aziendale a Catania inizia a scrivere per diverse testate, prevalentemente di cultura, tecnologia ed economia. Con stretto riferimento alla collaborazione con FX Empire, iniziata nell’Aprile del 2018, ha curato una rubrica su analisi di premarket in Europa, prima di concentrarsi su analisi tecnica di materie prime, cambi valutari e criptovalute.

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