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Prezzi Petrolio Greggio: Timori per un Nuovo Calo della Domanda Dietro al collasso di Pasquetta

Da:
Federico Dalla Bona
Aggiornato: Apr 6, 2021, 06:03 UTC

Aumento dell'estrazione negli USA e ritorno del petrolio greggio Iraniano: si va verso il surplus di produzione.

petrolio

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Sessione pesante quella di ieri per il petrolio greggio, con il future sul WTI quotato al NYMEX che alle 18.40 CET di lunedì faceva registrare una perdita del 5.00% rispetto alla chiusura di giovedì 1° aprile. In una sola seduta i prezzi si sono praticamente “rimangiati” con gli interessi tutto l’elaborato recupero maturato nell’ottava pre-festiva, durante la quale le quotazioni avevano fatto registrare un +4.91% su base settimanale.

L’open interest rispecchia un aumento complessivo delle posizioni corte da parte degli operatori, sollecitati in questa fase da una molteplicità di fattori. Sul fronte macroeconomico si registrano infatti l’aumento della produzione da parte dell’Opec+ e la prospettiva di un ritorno a breve sul mercato del greggio iraniano, tutti elementi che rischiano di saturare l’offerta.

A sostenere il prezzo del greggio, che da fine marzo è stabilmente in oscillazione sopra i $ 57.25, era stato finora l’ottimismo generato dai progressi sulle vaccinazioni. Dal lato della domanda, quindi, hanno destato notevole preoccupazione la notizia dell’aumento di casi mondiali di coronavirus ed il rischio che ciò possa sollecitare misure restrittive più severe da parte dei Governi a livello globale.

In questo contesto ha assunto tinte negative anche la notizia dell’aumento degli impianti di perforazione che estraggono petrolio greggio negli Stati Uniti, che secondo le ultime rilevazioni è salito da 13 a 337 unità per la settimana fino al 1° aprile, il dato più alto da un anno a questa parte.

Il conteggio degli impianti è aumentato per la terza settimana consecutiva. Gli operatori attendono inoltre con impazienza lo sviluppo dei colloqui indiretti tra Stati Uniti e Iran a Vienna, come parte di negoziati più ampi per rilanciare l’accordo nucleare del 2015 tra Teheran e le potenze mondiali.

Un’ultima notizia arriva dall’India che, come rilancia Reuters, sta dando seguito alle sollecitazioni da parte del Governo volte ad una maggiore diversificazione dei fornitori di petrolio greggio a scapito di quelli Medio Orientali, in particolare dell’Arabia Saudita.

La raffineria statale Indian Oil Corporation ha infatti acquistato per la prima volta 4 milioni di barili di petrolio dai giacimenti norvegesi “Johan Sverdrup”, siti nel Mare del Nord. Il Governo Indiano ha più volte espresso negli ultimi mesi una sorta di volontà di rappresaglia nei confronti dell’Arabia Saudita, colpevole a suo dire di sostenere artificialmente i prezzi nonostante il crollo della domanda effettiva. Ricordiamo che l’India è il terzo importatore mondiale di greggio, e l’Arabia Saudita è il leader de facto dell’Organizzazione dei paesi esportatori (OPEC).

Il Quadro Tecnico per il Petrolio Greggio

Da un punto di vista tecnico rileviamo la formazione di resistenze a 59.90/60.20 e 61.65/62.27, aree di probabile ritorno della pressione ribassista in caso di recuperi dei prezzi nelle prossime 3-5 giornate. Le aspettative sono di ulteriore calo delle quotazioni fino a raggiungimento delle proiezioni poste a 55.00/55.30 e 52.00/52.30. Lo scenario verrebbe rivisto in presenza di una chiusura su grafico daily superiore a 62.27.

Per uno sguardo a tutti gli eventi economici di oggi, controlla il nostro calendario economico.

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