I future sul petrolio greggio aprono la settimana in forte rialzo, sfruttando il momentum rialzista associato alla potente inversione della scorsa
L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (Opec), a cui è imputabile il 40% circa dell’offerta mondiale, ha aperto la settimana lanciando un segnale positivo, dichiarandosi pronta a un confronto con gli altri produttori globali volto a stabilire “prezzi più equi”. In una pubblicazione mensile, l’OPEC ha infatti dichiarato di essere disposta a trattare, “ma solamente se le regole del gioco saranno equilibrate”.
A supportare il mercato ha contribuito il diffondersi della notizia secondo la quale il governo degli Stati Uniti avrebbe ridotto le stime per la produzione interna di petrolio. I nuovi dati indicano che l’Agenzia di Informazione sull’Energia (EIA) ha tagliato i dati sulla produzione USA per i primi cinque mesi dell’anno: da gennaio a maggio le estrazioni negli Stati Uniti avrebbero raggiunto i 9,44 milioni di petrolio greggio al giorno, un volume sensibilmente inferiore alla stima precedente che si aggirava attorno ai 9,53 milioni.
Dopo un’iniziale impennata di prezzo, abbiamo assistito a un calo legato principalmente a fattori tecnici. L’analisi dell’andamento del prezzo suggerisce che nel medio termine potremmo osservare un andamento laterale, sebbene caratterizzato da forti oscillazioni. Il problema dell’eccesso di offerta impedirà una fuga in rialzo mentre probabilmente il taglio della produzione della EIA e l’apertura da parte dell’OPEC verso un taglio della produzione sosterranno il mercato. Per la prossima riunione ufficiale dell’Opec dovremo attendere il 3 dicembre: nei prossimi mesi potremmo perciò andare incontro a forte volatilità e imponenti oscillazioni di prezzo sui due versanti. Se da un lato Russia e Venezuela probabilmente cercheranno di spingere l’Opec verso una variazione dei livelli di produzione, l’Arabia Saudita tenterà invece di mantenere la propria linea. Stando alle recenti pubblicazioni, pare improbabile che l’Opec carichi interamente sulle proprie spalle il peso di un aumento dei prezzi legato a un eventuale taglio della produzione; si ipotizza che il peso possa essere in parte distribuito ai paesi non membri.
In sostanza l’Opec cerca di invitare i paesi non membri alla pazienza. Se le previsioni sulla domanda sono corrette “si tratterà solamente di attendere la fine della tempesta” e aspettare che il mercato riprovi equilibrio.
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