I future sul petrolio greggio statunitense West Texas Intermediate e quelli sul benchmark internazionale, il Brent, hanno chiuso la settimana in ribasso, dopo aver registrato una price action a tre fasi nel corso di una settimana breve a causa delle festività. La fase tappa è ha coinciso con un rally ai massimi dal 23 maggio. I catalizzatori di questo movimento sono stati la speranza di un accordo commerciale tra Cina e Stati Uniti e l’accordo tra OPEC e alleati per continuare a tagliare la produzione fino a marzo 2020.

La seconda fase è stata una ripida ondata di vendite alimentata dalle preoccupazioni per un rallentamento economico globale e una domanda inferiore dopo che gli Stati Uniti hanno minacciato di imporre $ 4 miliardi di nuove tariffe all’Unione europea. L’ultima fase ha coinciso con un minimo e inversione del prezzo di chiusura e un leggero rally. Questa mossa è stata supportata da un altro prelievo alle scorte di greggio e dai dati sul mercato degli Stati Uniti migliori del previsto.

I future sul greggio WTI con scadenza ad agosto hanno chiuso la scorsa settimana a $ 57,51, in calo di $ 0,96 (-0,47%), mentre i future sul greggio Brent con scadenza a settembre hanno concluso a $ 64,23, in calo di $ 0,51 (-0,79%).

OPEC e alleati concordano un’estensione dei tagli all’offerta

All’inizio della scorsa settimana, OPEC, Russia e altri nove paesi produttori esterni all’OPEC hanno concordato un rinnovo di nove mesi dei tagli alla produzione di petrolio, ratificando le politiche volte a sostenere i prezzi del greggio in un indebolimento dell’economia globale. In una dichiarazione rilasciata martedì, il cartello ha affermato di aver preso la decisione di prolungare i tagli alla produzione “in considerazione delle grandi incertezze sottostanti e delle sue potenziali implicazioni sul mercato petrolifero globale”.

Rapporto settimanale sulle scorte della Energy Information Administration USA

La settimana scorsa l’EIA ha riferito che le scorte di greggio sono scese per la terza settimana consecutiva, ma molto meno delle previsioni, a indicare un calo di domanda.

L’EIA ha segnalato che, nella settimana conclusasi il 28 giugno, le scorte di greggio sono diminuite di 1,1 milioni di barili. I trader prevedevano un prelievo di 3,7 milioni di barili.

In calo anche le scorte di benzina, scese di 1,6 barili, mentre le scorte di distillati sono aumentate leggermente, su di 1,4 milioni barili (dati EIA).  I trader si aspettavano un calo di 2,4 milione di barili per la benzina, mentre le scorte di distillati erano previste in calo di 1,4 milioni di barili.

Rischi economici globali

La settimana scorsa, i trader si sono concentrati su due eventi potenziali: un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina e nuovi dazi all’Unione europea. Per quanto ne so, i negoziati commerciali tra le due potenze economiche non sono iniziati e le nuove tariffe contro l’UE sono solo una minaccia.

Rapporto sulle buste paga dei settori non agricoli

Venerdì i trader rialzisti hanno probabilmente tirato un respiro di sollievo dopo che il governo degli Stati Uniti ha segnalato un aumento delle buste paga non agricole. Il valore principale è arrivato a quota 224.000, molto più alto dei 162.000 previsti. Ciò ha contribuito a ridurre i timori di un rallentamento dell’economia e le preoccupazioni per il calo della domanda futura.

Previsioni settimanali

I trader ascolteranno discorso e testimonianza del presidente della Fed Powell per conoscere il suo giudizio sull’economia. I prezzi potrebbero essere influenzati da quello che dice perché in questo momento il mercato del petrolio greggio è molto sensibile a qualsiasi notizia che abbia a che fare con la domanda futura.

Una previsione positiva per l’economia potrebbe sostenere i prezzi. I prezzi potrebbero invece scendere se Powell accennerà a un qualsiasi segnale di un rallentamento economico. Altri fattori che influenzeranno la direzione dei prezzi saranno le relazioni commerciali tra Cina e Stati Uniti, nonché le tensioni in corso tra Stati Uniti e Iran. I trader reagiranno anche ai dati dall’American Petroleum Institute (API) e dell’Energy Information Administration (EIA).