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Petrolio, Analisi fondamentale post dato – Giù i rigs operativi, ma l’output americano è da paura

Da:
Armando Madeo
Aggiornato: Jul 22, 2018, 09:10 UTC

La conta della Baker Hughes segna un calo degli impianti di trivellazione attivi di petrolio e gas, ma le cose potrebbero presto cambiare.

Petrolio, Analisi fondamentale post dato – Giù i rigs operativi, ma l’output americano è da paura

Prezzi del petrolio sostanzialmente stabili in questa ultima giornata di contrattazione della terza settimana di Luglio. A pochi minuti dalla chiusura dei mercati il West Texas Intermediate perde lo 0,2% dopo una giornata con pochi scambi e senza ulteriori emozioni, quali quelle viste in settimana. Il benchmark londinese invece guadagna oggi il segno positivo; il Brent infatti si accinge a chiudere poco sotto i 73 dollari al barile in rialzo dello 0,5%

Conta Baker Hughes

Il consueto comunicato della Baker Hughes ha riportato un calo del numero di piattaforme petrolifere e di gas attivi negli Stati Uniti. Le piattaforme petrolifere e di gas sono diminuite di 8 impianti di perforazione , secondo il rapporto, con il numero di piattaforme petrolifere in calo di 5 unità per un totale attivo di 858 questa settimana, mentre il numero di piattaforme di gas è diminuito di 2, segnando 187.

Il numero totale di impianti di perforazione di petrolio e gas è ora pari a 1.046 su di 96 rispetto al numero di piattaforme attive un anno fa.

Il Canada ha acquisito 14 impianti petroliferi e di gas per la settimana, 11 dei quali erano impianti di perforazione del gas. Il numero di impianti di perforazione di petrolio e gas del Canada è ora maggiore solo di 5 unità rispetto all’anno scorso. Le piattaforme petrolifere sono aumentate di 24, mentre il numero di piattaforme di gas è diminuito di 19 rispetto al Luglio 2017.

Il più grande perdente come bacino questa settimana è stato il Granite Wash, che ha perso 3 impianti. L’unico bacino a guadagnare rigs questa settimana sono stati Cana Woodford (+2) e Utica (+1). Il bacino del Permiano non ha invece visto alcuna variazione.

L’industria petrolifera si prepara ad una nuova età dell’oro

I produttori di petrolio stanno ordinando maggiori attrezzature e allineando  gli impianti di trivellazione per la fine dell’anno, secondo i più grandi dirigenti del settore, il che indica che l’attività estrattiva internazionale sta prosperando.

Gli amministratori delegati di Schlumberger Ltd. SLB-1,02% e Baker Hughes , di proprietà della General Electric Co. , hanno detto che i clienti stanno portando avanti progetti di grandi dimensioni e persino si preparano ad aumentare le esplorazioni per progetti futuri.

“La ripresa internazionale è finalmente iniziata”, ha detto l’amministratore delegato di Schlumberger Paal Kibsgaard durante una conferenza agli analisti. “La pianificazione sui progetti di perforazione è al massimo livello che abbiamo mai visto.”

Nell’ultimo anno, l’attività petrolifera globale si è divisa in due storie distinte. Gli Stati Uniti sono rimasti un punto luminoso per l’industria petrolifera, poiché i frackers hanno resistito ai bassi prezzi del petrolio dopo un crollo nel 2014. All’inizio di questo mese, la produzione petrolifera statunitense ha raggiunto gli 11 milioni di barili al giorno per la prima volta, secondo le stime federali. Al di fuori degli Stati Uniti, i maggiori conglomerati petroliferi e le compagnie petrolifere nazionali hanno ritirato la produzione e hanno smesso di investire in costosi progetti offshore.

L’amministratore delegato di Baker Hughes, Lorenzo Simonelli, ha affermato che l’aumento dei prezzi delle materie prime sta creando un clima favorevole per nuovi investimenti nella produzione e nell’esplorazione del petrolio.

“Le persone stanno iniziando a consolidare i loro piani per il prossimo anno e si inizia a sentire che più aziende aumentano la spesa e parlano di progetti in corso”, ha detto Simonelli.

Il numero di impianti di perforazione internazionale è piatto finora quest’anno, ma ciò potrebbe iniziare a cambiare. Kibsgaard ha detto che la compagnia sta mobilitando 90 impianti di terra al di fuori degli Stati Uniti insieme a trivellatori di terze parti, in un progetto che ha definito “senza precedenti”. Un altro segnale della ripresa delle attività arriva da Baker Hughes che ha dichiarato di avere il maggior numero di ordini di attrezzature per l’estrazione dal 2015.

L’aumento dell’attività è dovuto alla crescente preoccupazione per l’offerta a causa dell’instabilità in alcuni dei maggiori produttori di petrolio del mondo ed a causa delle preoccupazioni geopolitiche. Ci sono state grosse interruzioni di fornitura in Venezuela e in Libia e le nuove sanzioni statunitensi rappresentano un rischio per l’approvvigionamento in Iran.

Previsioni

Il petrolio inizia a dare evidenti segnali di affanno; il doppio massimo presente su entrambi i grafici weekly dei due principali benchmark (anche se molto più evidente sul grafico weekly del Brent piuttosto che su quello del WTI) potrebbe essere un segnale tecnico che sfiducia gli operatori di mercato i quali saranno attenti nell’attendere le evoluzioni dei fondamentali prima di posizionarsi nuovamente long. La lateralità del trend potrebbe proprio avere ragion d’essere in virtù di quanto detto.

Sull'Autore

Giornalista pubblicista indipendente iscritto all’ODG Campania con laurea Magistrale in Biologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Classe 1988, svolge attività di trading part-time con una passione per gold, silver, oil e le valute ad essi correlate.

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