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Petrolio, Analisi Fondamentale Giornaliera – WTI in grande spolvero

Da:
Armando Madeo
Aggiornato: Jul 30, 2018, 13:16 UTC

Forti guadagni per il WTI oggi che sconta tutto quanto già era stato largamente anticipato la scorsa settimana

Petrolio, Analisi Fondamentale Giornaliera – WTI in grande spolvero

Grande recupero in questo ultimo Lunedì di Luglio per il greggio con il WTI in forma smagliante che prima ancora dell’apertura di Wall Street guadagna il 2% in rialzo di 1 dollaro e 30 cent a quota 70 dollari per barile; diversamente il benchmark londinese è più indietro e guadagna solo lo 0,7%.

I tori del greggio tornano in pista

I tori del petrolio si stanno avventurando di nuovo sul mercato, mentre il conflitto globale scatena la preoccupazione che le interruzioni dell’approvvigionamento lasceranno gli acquirenti in deficit di barili. I gestori di fondi hanno aumentato la loro posizione speculativa netta long nel Brent del 4,1% dopo aver la settimana scorsa tagliato posizioni tante quante ne furono tagliate nel 2016.

Le tensioni geopolitiche hanno ravvivato il mercato del greggio, facendo salire i prezzi del Brent a partire da metà luglio a causa della contrazione delle forniture globali. I piani degli Stati Uniti di reimporre le sanzioni contro l’Iran potrebbero ridurre drasticamente le esportazioni di petrolio della nazione, alimentando la preoccupazione che l’OPEC non disporrà di sufficiente capacità di riserva per soddisfare la crescente domanda. L’Arabia Saudita, nel frattempo, ha temporaneamente sospeso  le spedizioni attraverso una delle principali rotte marittime del Mar Rosso dopo aver dichiarato che due navi cisterna erano state attaccate dalle milizie Houthi dello Yemen.

“Il premio di rischio per il Brent è decisamente alto al momento, vista la guerra di parole che abbiamo visto contro l’Iran e più  in general a causa dell’instabilità politica”, ha dichiarato Ashley Petersen, analista del petrolio presso la Stratas Advisors di New York. “Non penso che i mercati si aspettino al momento che la situazione migliori presto”.

L’Iran ha rinnovato le minacce per bloccare lo Stretto di Hormuz da quando gli Stati Uniti hanno annunciato il piano per ripristinare le sanzioni e tagliare a zero le spedizioni dal terzo produttore dell’OPEC da circa 2,5 milioni di barili al giorno. Gli sforzi degli Stati Uniti per tagliare le esportazioni petrolifere iraniane dovrebbero contribuire alla volatilità globale del prezzo del petrolio a breve termine, secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia.

E la preoccupazione persiste sul fatto che non ci sarà abbastanza capacità OPEC di ricambio per compensare le perdite di produttori come il Venezuela. La posizione long netta del Brent è  salita a 367.640 contratti, il primo guadagno in tre settimane, come mostrano i dati della ICE Futures Europe. “I dati si allinea alla nostra richiesta di acquistare il calo dei prezzi nel mese di luglio”, ha affermato Chris Kettenmann, chief energy strategist presso Macro Risk Advisors LLC. Siamo stati abbastanza espliciti nell’aggiungere posizioni dopo le vendite di luglio”.  Goldman Sachs Group Inc. ha detto che mentre le politiche statunitensi potrebbero pesare sui prezzi del greggio nel breve termine, i prezzi sono pronti a rivedere gli 80 dollari al barile entro la fine dell’anno.

“L’OPEC potrebbe tornare a produrre 1 milione di barili al giorno in più, ma qualsiasi barile in più estratto da Arabia Saudita, Russia, Kuwait, potrebbe semplicemente compensare i barili persi dalle sanzioni iraniane”, ha detto Noah Barrett, analista di ricerca energetica presso Janus Henderson Investors. A causa di strozzature nel bacino del Permiano, “la produzione statunitense continuerà a crescere, ma probabilmente non supererà le aspettative. È più probabile che deluderà le aspettative prossimamente.”

Anche se la carenza di oleodotti permane nel bacino del Permiano, nel Texas occidentale e nel Nuovo Messico, la produzione interna di greggio si aggira intorno a un record di 11 milioni di barili al giorno, secondo gli ultimi dati della Energy Information Administration.

Previsioni

Il ministro iraniano del Petrolio Bijan Namdar Zanganeh si sta muovendo per imporre limiti alle aziende produttrici di Petrolio in Iran, segno che anche il governo è ormai convinto di dover affrontare un periodo davvero molto difficile. L’Iran rischia di vedere azzerate le proprie esportazioni di petrolio, con India e Cina che per ora supportano l’economia petrolifera, ma che sono pronte a cambiare idea nel caso di segnali positivi da parte dell’amministrazione americana. Una nuova crisi in medio-oriente potrebbe portare ad una nuova età dell’oro per il petrolio che potrebbe facilmente rivedere i 100 dollari al barile largamente prospettati da alcune agenzie di rating.

Sull'Autore

Giornalista pubblicista indipendente iscritto all’ODG Campania con laurea Magistrale in Biologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Classe 1988, svolge attività di trading part-time con una passione per gold, silver, oil e le valute ad essi correlate.

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