Le scorte degli Stati Uniti in calo, le sanzioni contro il Venezuela, i tagli alla produzione dell'OPEC e ora l'aumento della domanda di asset a rischio elevato sono tutti sviluppi potenzialmente rialzisti.
Giovedì a inizio giornata i future sul petrolio greggio statunitense, il West Texas Intermediate, e quelli sullo standard internazionale, il Brent, si muovono in leggero rialzo. Ciò avviene grazie ai forti guadagni di mercoledì che sono stati alimentati dai dati del governo degli Stati Uniti, i quali hanno mostrato segni di restrizione dell’offerta e persistenti preoccupazioni sulle interruzioni delle forniture a seguito delle sanzioni statunitensi conto l’industria petrolifera venezuelana all’inizio di questa settimana. I trader continuano inoltre ad essere ottimisti sui tagli dell’offerta promossi dall’OPEC, tuttavia, le preoccupazioni sulle relazioni commerciali tra Cina e Stati Uniti continuano a mantenere i prezzi sotto controllo.
Alle 8:07 GMT, i future sul greggio WTI con scadenza a marzo si attestano a $ 54,40, in rialzo di $ 0,17 (+0,31%), mentre i future sul greggio Brent con scadenza ad aprile si attestano a $ 61,83, in rialzo di $ 0,29 (+0,47%).
Secondo la EIA, nella settimana di conclusasi il 25 gennaio le riserve di greggio sono salite di 919.000 barili. Si tratta di un valore inferiore rispetto ai 3,2 previsti, ma a fare notizia è stato il forte calo delle scorte di benzina.
Dopo otto settimana consecutive in positivo fino a massimi record, in settimana le scorte di benzina sono scese di 2,24 milioni di barili, rispetto a un incremento previsto di 2,66 milioni di barili. Le scorte di distillati sono diminuite di 1,12 milioni di barili, rispetto alle stime per un calo di 2,0 milioni.
I future sul petrolio greggio hanno subito una breve impennata dopo che la Fed si è assunta l’impegno ad essere “paziente” in meriti ai futuri innalzamenti dei tassi. Questo ha contribuito a spingere in alto la domanda di asset a rischio elevato, spingendo al contempo il dollaro Usa in ribasso. Un dollaro in calo ha contribuito ad aumentare la domanda di asset denominati in dollari, come il petrolio.
I prezzi continuano a essere sostenuti dal timore di interruzioni agli approvvigionamenti a causa delle sanzioni contro il Venezuela. Lunedì, Trump ha annunciato sanzioni alle esportazioni che mirano a limitare le transazioni tra le società statunitensi e la società petrolifera statale del Venezuela PDVSA.
Le sanzioni mirano a congelare i proventi delle vendite delle esportazioni di PDVSA di circa 500.000 barili al giorno (bpd) di petrolio greggio negli Stati Uniti.
Alcuni trader continuano a sostenere che il supporto derivante dalle sanzioni sia ingiustificato perché si prevede che il petrolio riuscirà comunque a raggiungere il mercato. Tuttavia, altri sostengono che la vera preoccupazione sono i possibili danni alle infrastrutture petrolifere se le proteste nel paese diventano violente.
Le scorte degli Stati Uniti in calo, le sanzioni contro il Venezuela, i tagli alla produzione dell’OPEC e ora l’aumento della domanda di asset a rischio elevato sono tutti sviluppi potenzialmente rialzisti. Tuttavia, l’innesco per il prossimo aumento dei prezzi sarà probabilmente un risultato positivo dai negoziati commerciali tra Cina e Stati Uniti attualmente in corso a Washington. L’indebolimento dell’economia globale, specialmente in Cina, dovrebbe continuare a limitare il rialzo per il petrolio greggio. Tuttavia, se i negoziati commerciali terminassero con un tono positivo, potremmo vedere un altro picco al rialzo giovedì.
James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.