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Petrolio, analisi fondamentale giornaliera – L’ombra dei dazi sul WTI pesa sullo spread

Da:
Armando Madeo
Aggiornato: Jun 19, 2018, 10:15 UTC

Aumenta lo spread fra WTI e Brent che ritorna sopra i 10 dollari; nel mentre l'OPEC dovrà affrontare a stretto giro la faida interna sulla riduzione dei tagli

Petrolio, analisi fondamentale giornaliera – L’ombra dei dazi sul WTI pesa sullo spread

Dopo la chiusura positiva di ieri che ha dato respiro al mercato petrolifero, quest’oggi riprendono le vendite sul comparto energetico, con il WTI che perde 80 cent di dollaro (-1,3%) ed il Brent che invece perde mezzo punto percentuale, in attesa del report API di questa sera.

L’ampliarsi della forbice fra WTI e Brent è soprattutto dovuto allo studio di nuovi dazi da parte della Cina sul petrolio americano, come rappresaglia alla guerra commerciale iniziata da Donald Trump. I dazi potrebbero non rendere più conveniente l’acquisto di petrolio americano, che in effetti prima era diventato relativamente più economico rispetto alle forniture provenienti da altre parti del globo.

Mentre la Cina è stata il primo importatore di barili dalla regione americana, i dazi proposti come contromisure rischiano di erodere il beneficio dello sconto del greggio statunitense rispetto ad altri paesi produttori, sconti che prima avevano aperto la porta alle esportazioni statunitensi verso est.

La nazione asiatica ha importato 18,4 milioni di barili di petrolio e prodotti petroliferi americani a Marzo, diventando così il terzo maggior cliente subito dietro Messico e Canada. Tuttavia, ciò rappresenta solo una piccola parte dei suoi acquisti complessivi , il che significa che è improbabile che vi sia un significativo danno commerciale da ambo i lati, circa una riduzione di prelievo del greggio statunitense. La disputa potrebbe spingere i raffinatori cinesi a rivolgersi a fornitori del Medio Oriente inclusi gli Emirati Arabi Uniti e l’Iran, il quale è sotto pressione per le sanzioni dell’amministrazione di Donald Trump.

Ma non sono solo i dazi a pesare sul greggio, che vive ore di incertezza pari al grado di turbolenza che trapela fra i membri del OPEC alla vigilia del meeting di Venerdì.

Alcuni membri del cartello continuano ad insistere su un aumento della produzione, dichiarando che il mercato petrolifero ha ripreso vigore, che la domanda è in crescita e che un aumento della produzione verrebbe immediatamente riassorbito dal mercato.

Il leader de facto dell’OPEC, l’Arabia Saudita, insieme alla Russia hanno proposto di ridurre gradualmente i tagli alla produzione, mentre i membri dell’OPEC quali Iran, Iraq, Venezuela e Algeria si sono opposti duramente ad una simile mossa.

Tre fonti dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio hanno detto a Reuters che un comitato tecnico dell’Opec, la commissione economica, si è riunita lunedì per rivedere le prospettive del mercato e presentarlo ai ministri successivamente in settimana.

È di oggi la notizia che il ministro dell’Energia russo Alexander Novak, un attore chiave nel decidere il futuro dell’accordo di riduzione della produzione OPEC / non OPEC, non parteciperà al seminario pre-incontro dell’OPEC questa settimana, dove avrebbe dovuto intervenire; l’informazione viene direttamente da fonti del ministero russo.

Sull'Autore

Giornalista pubblicista indipendente iscritto all’ODG Campania con laurea Magistrale in Biologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Classe 1988, svolge attività di trading part-time con una passione per gold, silver, oil e le valute ad essi correlate.

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