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Petrolio, Analisi Fondamentale Giornaliera – Incerte le strategie dei membri OPEC

Da:
Armando Madeo
Aggiornato: Jun 18, 2018, 13:13 UTC

Dai membri del cartello incertezza sulle decisioni e le strategie da adottare; diversi membri del cartello sarebbero impossibilitati a ripristinare la produzione di greggio di un tempo

Petrolio

Petrolio in leggero rialzo quest’oggi; a circa un ora dall’apertura di Wall Street l’oro nero mostra ancora una situazione di ampio spread fra WTI che è poco sopra la parità, e il Brent che segna un +1,2% rispetto alla chiusura precedente.

Mancano ormai pochissime ore al meeting dei paesi membri dell’OPEC ed è chiaro che l’Arabia Saudita avrà un ruolo centrale nell’incontro del 22 Giugno.

Da quando è diventato ministro dell’Arabia Saudita due anni fa, Khalid Al-Falih, non ha sbagliato un colpo: ha convinto gli spenti membri del OPEC a tagliare la produzione petrolifera, ha convinto la Russia a unirsi al cartello nel ridurre la produzione, e ha visto il Brent aumentare del 75% a $ 80 al barile.

Ma la sfida più dura per lui arriva questa settimana quando l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio tiene quella che è probabilmente la riunione più dura e difficile degli ultimi anni; questo perché la crescita economica, le rinnovate sanzioni contro l’Iran e il crollo dell’industria petrolifera venezuelana mettono a rischio il mercato petrolifero globale, e Khalid Al-Falih dovrà garantire una strategia di uscita senza intoppi dai tagli e soprattutto senza causare un crollo dei prezzi.

A rendere le cose più complicate per l’ingegnere meccanico diventato diplomatico del petrolio, l’OPEC è stata messa a dura prova da programmi geopolitici in competizione. Mentre Riyadh e Mosca hanno accettato di aprire i rubinetti, Caracas e Teheran vogliono prezzi più alti per compensare l’impatto delle sanzioni statunitensi. Domenica scorsa, l’Iran ha minacciato di porre il veto a qualsiasi proposta saudita per aumentare la produzione.

Il consenso sta implodendo“, ha detto Roger Diwan, un veterano osservatore dell’Opec presso  IHS Markit Ltd. “Non vedo come si possano riconciliare le posizioni di Russia, Arabia Saudita, Venezuela e Iran: le contraddizioni sono troppe“.

bloomberg - opec

Sul fronte americano invece la società britannica BP mette in seria discussione la crescita di olio di scisto statunitense. “I livelli di produttività negli Stati Uniti hanno iniziato a scendere l’anno scorso, sollevando ulteriori dubbi sulla sostenibilità dell’attuale ripresa del petrolio negli Stati Uniti, mentre i vincoli sul settore petrolifero americano aumentano“, ha detto mercoledì l’economista capo della BP, Spencer Dale.

La stretta produttività dei pozzi petroliferi si è ora appiattita nel bacino del Permiano in base alla produzione iniziale.
Forse i risultati provenienti dall’area del Permaniano suggeriscono che gli aumenti molto rapidi della produttività del petrolio che ha caratterizzato gran parte della fase iniziale della rivoluzione dello shale potrebbero cominciare a svanire per lasciare il posto ad un periodo di plateau“, ha affermato Spencer Dale.

Si prevede che la produzione di olio di scisto americano continuerà a  crescere quest’anno, dopo essere già cresciuta di 1 milione di barili al giorno nel 2017, questo perché i tagli dell’output OPEC a sostegno dei prezzi globali del petrolio hanno consentito al greggio di toccare $ 80 / b il mese scorso e dunque ai produttori di scisto di rendere conveniente la produzione.

Sull'Autore

Giornalista pubblicista indipendente iscritto all’ODG Campania con laurea Magistrale in Biologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Classe 1988, svolge attività di trading part-time con una passione per gold, silver, oil e le valute ad essi correlate.

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