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La Bilancia Commerciale Cinese e gli Exit Pool Britannici Tengono Occupati i Trader

Da:
Barry Norman
Pubblicato: May 8, 2015, 12:40 UTC

Il primo fattore di disturbo è ormai alle spalle mentre le elezioni politiche in Gran Bretagna sono al conteggio finale. Secondo gli ultimi exit pool,

La Bilancia Commerciale Cinese e gli Exit Pool Britannici Tengono Occupati i Trader

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Il primo fattore di disturbo è ormai alle spalle mentre le elezioni politiche in Gran Bretagna sono al conteggio finale. Secondo gli ultimi exit pool, David Cameron resterà primo ministro e formerà un’altra coalizione con Nick Clegg; benché il partito Lib-dem abbia subito un’emorragia di seggi, ne ha abbastanza per offrire a Cameron quel che gli serve. Gli speculatori della sterlina hanno tirato un immediato sospiro di sollievo, con la sterlina che lievitava di 216 punti a 1,5460$. La divisa britannica ha raggiunto quota 1,5448$ dopo esser cresciuta di due centesimi per via di exit pool che, a sorpresa, proiettano i conservatori a 316 seggi (a 7 dalla maggioranza assoluta) mentre i Labour sono di fronte a una débâcle di tutto rispetto, soprattutto in Scozia a opera dello Snp.

La sterlina si è portata a 72,90 pence contro l’euro per toccare il nuovo massimo da fine aprile, quando raggiunse 73,88 pence. Sui 650 seggi totali che compongono il parlamento di Westminster, la Bbc comunica che stando agli exit pool i Conservatori arriveranno a 316 seggi, l’opposizione Labour a 239, lo Scottish National Party a 58 e i Liberal Democratici solamente a 10.

Nel corso della mattinata, il dollaro Usa ha guadagnato 17 punti per essere negoziato a 94,90. Ieri si era ripreso nei confronti dell’euro dopo il calo dei rendimenti sui Bund tedeschi dal massimo dell’ultimo anno e il diffondersi dell’ottimismo circa il rapporto occupazionale Usa di quest’oggi, che potrebbe evidenziare una netta ripresa degli occupati grazie a dati favorevoli sul fronte delle richieste di sussidi. L’euro appariva pronto a realizzare la sua peggiore performance contro il biglietto verde in oltre un mese dopo aver toccato il massimo delle ultime 10 settimane e mezzo a 1,13920$. Stamane la divisa europea è stata letteralmente abbattuta dalle notizie provenienti dalla Grecia, i cui problemi economici e soprattutto finanziari continuano a incidere negativamente sulle sue quotazioni. La scorsa settimana il capo del Fmi Christine Lagarde ha detto che i colloqui fra Atene e i creditori sono state “complesse praticamente ogni giorno”. Frattanto, domenica scorsa un quotidiano tedesco ha diffuso la notizia secondo cui le autorità europee sarebbero profondamente scontente per l’incapacità del governo Tsipras di presentare piani di riforma realistici mentre sono in corso i negoziati di Bruxelles. L’euro dovrebbe così rimanere sotto pressione fino a mercoledì’, quando la Bce farà il suo annuncio di tasso d’interesse e il presidente Draghi prenderà la parola nel corso della conferenza stampa.

La ripresa del dollaro sull’euro è stata permessa dai dati diffusi ieri dal dipartimento del Lavoro Usa secondo cui le richieste di sussidi per la disoccupazione sarebbero scese al minimo degli ultimi 15 anni; ciò ha alimentato l’ottimismo per un rafforzamento del rapporto sulle buste paga non-agricole di aprile atteso per quest’oggi.

In Asia, i dati commerciali della Cina stanno incidendo pesantemente su Aussie e Kiwi. Stamattina è emerso che a marzo il surplus di bilancia commerciale cinese si è fermato a 3,08 miliardi di dollari contro gli attesi 40,1 miliardi. Poiché le esportazioni cinesi hanno un ruolo preponderante nell’economia di Australia e Nuova Zelanda, sia l’AUD sia l’NZD hanno reagito negativamente alla pubblicazione del dato: il cross AUD/USD è negoziato in ribasso a 0,7882, così come il Kiwi, in calo a 0,7536 da 0,7435.

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