Dopo l'ondata di panico scaturita martedì dall’incidente in Turchia, il mercato sembra ora recuperare terreno; per superare questa controversia si renderà
Ora che sembra chiaro che per risolvere la situazione l’unica scelta possibile sia la diplomazia, il barile con il passare dei giorni sta lentamente restituendo il terreno precedentemente guadagnato. I trader tengono gli occhi puntati verso la riunione del 4 dicembre dei paesi esportatori di petrolio cercando di recepire segnali che indichino un eventuale taglio dei livelli di produzione, in un mercato che subisce la forte pressione esercitata dall’eccesso di offerta.
Gli analisti del mercato hanno notato che la produzione di petrolio in Siria è pressoché nulla e che molto probabilmente un inasprimento del clima di tensione in seguito all’incidente non potrebbe che dissolversi presto. Di conseguenza, alcuni hanno interpretato il balzo dei prezzi del petrolio verificatosi martedì come la prova di un’ondata di prese di beneficio. Il mercato intanto è in attesa del rapporto sulle scorte di petrolio negli USA, che verrà pubblicato in giornata. Gli analisti sostengono che le imminenti festività del Giorno del Ringraziamento, che si svolgeranno giovedì negli Stati Uniti, potrebbero ammorbidire la reazione del mercato al rapporto governativo, nonostante un possibile aumento della volatilità legato al basso volume di scambi.
Con il mercato del petrolio sotto pressione già da metà del 2014 a causa dell’eccesso di offerta, i trader hanno rivolto l’attenzione alle recenti dichiarazioni da parte dell’Arabia Saudita, il principale paese produttore dell’Opec, che sembra essere disposto a mettersi al lavoro con gli altri produttori per stabilizzare i prezzi. La decisione dell’Opec dello scorso anno di mantenere inalterati i livelli produzione nonostante il calo dei prezzi ha contribuito al crollo del mercato e si ritiene rappresenti il tentativo da parte del cartello di salvaguardare le proprie quote di mercato. La scorsa settimana il ministro del petrolio Saudita Ali Al- Raimi ha invocato un maggiore impegno per la stabilizzazione del mercato dell’energia, dichiarando che l’Arabia Saudita è pronta a collaborare con i paesi Opec e non Opec per sostenere i prezzi. In vista della riunione dell’Opec, sembra essere un segnale positivo.