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I Rapporti OPEC; EIA E IEA Gravano Sui Prezzi Del Greggio

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Sep 15, 2015, 19:58 UTC

Lunedì i prezzi del greggio si muovono nuovamente in ribasso in risposta ai commenti iraniani e al nuovo rapporto Opec. Il combustibile statunitense posta

I Rapporti OPEC; EIA E IEA Gravano Sui Prezzi Del Greggio

I Rapporti OPEC; EIA E IEA Gravano Sui Prezzi Del Greggio
I Rapporti OPEC; EIA E IEA Gravano Sui Prezzi Del Greggio
Lunedì i prezzi del greggio si muovono nuovamente in ribasso in risposta ai commenti iraniani e al nuovo rapporto Opec. Il combustibile statunitense posta un calo di 37 centesimi ed é negoziato a 44,25$, mentre il Brent si attesta su quota 48,33$. Martedì mattina il greggio WTI recupera qualche punto sulla scia di un ribasso del dollaro statunitense e una presa di beneficio da parte dei trader. Il combustibile é scambiato a 44,23$.

Detto questo, il greggio restituisce parte dei guadagni poiché la Senato degli Stati Uniti ha bloccato la mozione presentata per respingere l’accordo sul nucleare iraniano, accordo che dovrebbe incrementare le esportazioni di petrolio iraniano.  Quanto anticipato si rispecchia anche nel secondo calo settimanale dei numeri degli impianti di perforazione attivi e dalle previsioni EIA che non vedono la possibilità di assistere ad una riduzione della produzione Opec al fine di supportare i prezzi. Tuttavia, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama si é sentito sollevato dal voto del Senato, poiché tale decisione consente al capo di stato di evitare la sfida al congresso attraverso il veto presidenziale. A tale proposito, ci sembra opportuno ricordare come la mozione verrà sottoposta al Congresso entro questa settimana, tempistica che coincide perfettamente con la riunione Fed sui tassi di interesse. In un simile scenario siamo convinti che il greggio continuerà a mostrare un andamento ribassista fino alla suddetta data e, in caso di approvazione, non escludiamo la possibilità di assistere ad ulteriori perdite.

L’Opec ha mostrato chiaramente la sua convinzioni relativa ad una possibile vittoria nella guerra dei prezzi contro i produttori di scisto statunitensi. Il gruppo dei 12 principali produttori del Medio Oriente ha dichiarato, infatti, che nel 2016 la produzione del cartello sarà di oltre 100.000 barili giornalieri al di sotto di quanto precedentemente indicato poiché il ribasso dei prezzi ha inevitabilmente ridotto l’incremento della produzione.

Nel suo rapporto mensile sul mercato, l’Opec ha affermato “Esistono segnali che mostrano come la produzione degli Stati Uniti abbia iniziato a rispondere al calo degli investimenti e delle attività, infatti, tutti gli occhi sono puntati sul ribasso della produzione statunitense”.

Il rapporto ha mostrato come il numero degli impianti di perforazione petrolifera negli Stati Uniti sia diminuito ulteriormente nella settimana terminata il 4 settembre postando un calo di 13 unità per attestarsi su quota 662 impianti. A tale proposito, ci sembra opportuno segnalare come il numero degli impianti sia spesso considerato come un barometro chiave per l’industria e, attualmente, il calo annuo ha raggiunto le 864 unità.  Ricordiamo come, venerdì scorso gli impianti si attestavano su quota 652 contro i 662 della settimana precedente e i 1592 registrati lo scorso anno. Includendo i 196 impianti predisposti per il gas naturale, attualmente, negli Stati Uniti ci sono un totale di 848 impianti attivi contro i 1083 dello scorso anno.  Settimanalmente il calo é di 16 unità. Questi i dati presentati da Baker Hughes Inc.

Lunedì i prezzi del greggio si muovono in ribasso poiché i numeri più deboli del previsto mostrati dalla Cina hanno gravato sui mercati, alimentando le preoccupazioni riguardanti un’ulteriore riduzione della domanda di fronte ad un eccesso dell’offerta. I trader attendono di sapere se la banca centrale americana innalzerà o meno i tassi di interesse per la prima volta in quasi dieci anni. Secondo gli analisti, l’innalzamento dei tassi d’interesse potrebbe spingere il greggio ulteriormente in ribasso sulla scia di un dollaro rialzista che graverebbe sulla domanda dei paesi importatori.

I prezzi del greggio hanno postato un ribasso di quasi il 60% rispetto a giugno del 2014 sulla scia del più grande surplus mondiale dell’offerta registrato nei tempi moderni e delle preoccupazioni riguardanti il rallentamento dell’economia cinese.

L’EIA ha riferito che, nel mese di agosto, la produzione ha registrato un calo di 140.000 barili giornalieri rispetto a quella di luglio e prevede che quest’anno la produzione totale degli Stati Uniti si attesterà su quota 9,2 milioni di barili giornalieri raggiungendo gli 8,8 milioni di barili giornalieri nel 2016.

Venerdì l’Agenzia Internazionale dell’Energia ha dichiarato che il prossimo la produzione da onshore di scisto potrebbe postare un calo di 400,000 barili giornalieri, tuttavia, tale calo potrebbe essere compensato da u incremento della produzione proveniente dal golfo del Messico, con un  declino netto di 180,000 barili giornalieri.

Il numero degli impianti di perforazione di greggio negli Stati Uniti hanno postato un calo anno su anno di 940 unità e settimana su settimana di 10 unità. Il numero degli impianti di perforazione di gas naturale hanno postato un calo di 6 unita passano dai 202 precedenti ai 196 attuali. I dati mostrano un calo annuo di 142. La scorsa settimana le scorte di benzina sono aumentate di 400.000 barili.

 

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