Analisi e suggerimenti: La coppia EUR/USD, spinta in ribasso di 13 punti dalle dichiarazioni di oggi di Mario Draghi, precipita a quota 1,0692. Il
Giovedì, a Bruxelles, Draghi ha detto ai membri del Parlamento Europeo che i segnali di un’inversione di tendenza rispetto al tasso di inflazione “si stanno in qualche modo affievolendo”.
La bassa inflazione annuale – attualmente a zero nei 19 paesi che fanno uso della valuta comune – è imputabile alla debolezza della domanda e ostacola la ripresa delle imprese e dei paesi indebitati.
La BCE già da settembre sta portando avanti il programma di acquisto di 1100 miliardi di euro in titoli finanziandosi con moneta fresca di stampa, ma l’inflazione rimane bassa. In occasione della riunione del 22 ottobre Draghi ha dichiarato che la banca, qualora lo si rendesse necessario, avrebbe riconsiderato ulteriori misure di stimolo.
In seguito alle dichiarazioni di Draghi l’euro è sceso da 1,0745 a 1,0720.
A spingere in ribasso l’euro anche il diverso percorso che stanno seguendo Europa e Stati Uniti rispetto alle rispettive politiche monetarie. La BCE sta favorendo un allentamento della politica monetaria – proprio nel momento in cui la Federal Reserve prende in considerazione un’eventuale virata verso una politica monetaria restrittiva, con anzitutto un aumento dei tassi di interesse di riferimento dopo anni di interessi vicini allo zero.
Giovedì il segnale mandato dal presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, che lascia intendere un probabile arrivo di ulteriori misure di alleggerimento per il mese prossimo, ha spinto i mercati europei in rialzo, provocando un breve rimbalzo sul mercato azionario e spingendo l’euro e il rendimento di titoli in ribasso.
Nel suo discorso al Parlamento Europeo Mario Draghi ha dichiarato che le dinamiche dell’inflazione si sono in qualche modo indebolite e che per ottenere una “normalizzazione sostenuta” dell’inflazione potrebbe rendersi necessario più tempo del previsto.