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I trader del petrolio in stato confusionale

Da:
Barry Norman
Pubblicato: May 5, 2016, 08:39 UTC

Il grigio WTI lascia sul terreno i recenti guadagni ma chiude la giornata comunque in positivo, seppure di pochi centesimi. Il petrolio statunitense

I trader del petrolio in stato confusionale

Il grigio WTI lascia sul terreno i recenti guadagni ma chiude la giornata comunque in positivo, seppure di pochi centesimi. Il petrolio statunitense guadagna infatti 7 centesimi e si attesta a 43,70, ben lontano dei massimi toccati a inizio settimana. Il Brent rimane in rosso a 44,72, in ribasso di 25 centesimi. Le riserve di petrolio greggio USA aumentano in misura superiore alle aspettative, ma oggi i trader sembrano prestarvi scarsa attenzione. Le scorte di grigio aumentano di 2,8 milioni di barili, contro un incremento pari a 1,7 milioni di barili previsto degli analisti. Secondo i dati governativi, la scorsa settimana le scorte ammontavano a un totale di 543,4 milioni di barili – tutto questo dopo che i corrispondenti dati raccolti dall’Istituto Americano per il Petrolio avevano segnalato un incremento di 1,3 milioni di barili. Rispetto al massimo del 2016 toccato venerdì, il Brent ha perso oltre il 7%, in risposta a una produzione in crescita da parte dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio, al rallentamento economico negli Stati Uniti in Asia e al rafforzamento del dollaro.

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In Alberta, nel Canada, è stata evacuata l’intera popolazione della città di Fort McMurray, dove si è sviluppato un incendio boschivo – proprio nel cuore della regione delle sabbie bituminose del paese – costringendo alcune compagnie a tagliare la produzione. Secondo Suncor Energy, che lavora vicino alla città, il principale stabilimento a nord di Fort McMurray sarebbe al sicuro, ma la produzione nella regione è stata ridotta per permettere a dipendenti e famiglie di mettersi in salvo. Mentre nel mese di aprile la produzione totale dei paesi Opec è aumentata, interruzioni in tutto il mondo hanno offerto supporto al mercato. I problemi in Canada si sommano alle perdite nei rifornimenti da Nigeria e Iraq, alle preoccupazioni riguardo le nuove perdite in Libia e ai timori che la crisi di liquidità in Venezuela possa ripercuotersi sulla produzione del paese membro dell’Opec. Alcuni ritengono che il rally possa estendersi ulteriormente nell’arco del 2016 in corrispondenza di una riduzione dell’eccesso di scorte (CNBC).
Secondo UPI un incremento nella produzione di petrolio in Russia e le previsioni sul prezzo hanno bilanciato i tagli alla produzione in Canada provocati dall’incendio, spingendo mercoledì mattina il prezzo del petrolio in rialzo.

Nel mese di aprile le esportazioni di petrolio dalla Russia sono aumentate ai massimi livelli da oltre un anno, con segnali in crescita di oltre il 6% nei primi quattro mesi dell’anno. Secondo l’agenzia di stampa russa RT, finanziata dal governo, le esportazioni di petrolio della Russia sarebbero ai massimi dal gennaio 2015.
I dati sono in contrasto con le dichiarazioni da parte della Russia, favorevoli a un contenimento della produzione ai livelli di gennaio. La Russia e alcuni paesi membri dell’Opec avevano infatti invocato un congelamento dei livelli di produzione per contribuire a stabilizzare un mercato dell’energia fortemente depresso, ma il mese scorso le trattative sono saltate a causa delle riserve da parte dell’Iran.
Il basso prezzo del petrolio ha una ricaduta significativa su Shell Oil, i cui dati verranno pubblicati oggi. Secondo quanto annunciato giovedì dalla compagnia anglo-olandese di petrolio e gas, nel primo trimestre 2016 la Shell ha segnalato una contrazione in utili e entrate pari a diversi miliardi di dollari, principalmente imputabile ai bassi prezzi del petrolio.
Nel primo trimestre 2016, l’utile netto attribuibile agli azionisti è sceso a 421 milioni di euro, contro i 3854 miliardi di euro dello stesso trimestre dello scorso anno, per una contrazione dell’89%; secondo la Shell questa flessione sarebbe imputabile al calo del prezzo del petrolio, gas e gas naturale liquefatto, nonché al deterioramento del settore delle raffinerie.

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