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I prezzi di WTI e Brent divergono

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Feb 11, 2016, 11:07 UTC

I trader del petrolio greggio reagiscono debolmente al significativo calo di scorte di petrolio negli Stati Uniti. Il rapporto della EIA, pubblicato in

I prezzi di WTI e Brent divergono

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I trader del petrolio greggio reagiscono debolmente al significativo calo di scorte di petrolio negli Stati Uniti. Il rapporto della EIA, pubblicato in apertura della sessione statunitense, ha segnalato una contrazione delle scorte per 0,75 miliardi di barili, quando i mercati prevedevano invece un ulteriore incremento. Mercoledì l’Agenzia di Informazione sull’Energia USA ha infatti segnalato – in riferimento alla settimana conclusasi il 5 febbraio – un calo di scorte di circa 800.000 barili, contro un incremento di 2,4 milioni di barili segnalato lo scorso martedì dall’Istituto Americano per il Petrolio, e contro un incremento di 3,2 milioni di barili previsto dagli analisti intervistati per un sondaggio Platts.
I dati della EIA e quelli dell’API possono divergere; se da un lato i dati devono necessariamente essere consegnati al Governo, quelli forniti al gruppo industriale vengono offerti solamente su base volontaria. La flessione settimanale pone fine a quattro settimane consecutive di incrementi. Il WTI rimane al di sotto della soglia dei $ 28, tenendo ancora sotto stress i mercati globali. Oggi il Brent guadagna invece terreno attestandosi a 31,15, in rialzo di 85 centesimi. I dati diffusi oggi indicano che nel mese di gennaio l’OPEC ha pompato 32,33 milioni di barili di petrolio al giorno, in rialzo di 0,13 milioni di barili rispetto allo scorso dicembre. Nonostante il crollo dei prezzi del petrolio a livello globale, nei mesi scorsi il cartello ha mantenuto inalterati gli alti livelli di produzione.
“L’aumento della produzione di petrolio greggio è principalmente imputabile alla Nigeria, all’Iraq, all’Arabia Saudita e all’Iran” si legge nel rapporto. L’Iran ha dichiarato di essere in grado di aumentare in misura significativa la propria produzione in breve tempo dal momento del ritiro delle sanzioni.

I membri dell’Opec non sembrano affatto intenzionati a tagliare la produzione di petrolio per ridare equilibrio al mercato. Nelle ultime riunioni dei paesi membri dell’Opec tenutesi a Vienna, il cartello si è rifiutato di ridurre la produzione di petrolio: per difendere le proprie quote di mercato, deve continuare a pompare oltre 30 milioni di barili di petrolio al giorno. Nonostante i bassi prezzi, anche gli altri grandi paesi produttori, come gli Stati Uniti e la Russia, hanno mantenuto alti livelli di produzione.

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Nel rapporto mensile sul mercato del petrolio, l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio ha rivisto al rialzo le proprie previsioni sulla domanda per il 2016, prevedendo un incremento della domanda di 40.000 barili al giorno, per un totale di 94,21 milioni di barili al giorno. Nel 2015 l’offerta di petrolio da parte dei paesi non Opec è aumentata di 1,32 milioni di barili al giorno – raggiungendo i 56,99 milioni di barili al giorno. Si tratta di un incremento corrispondente a 0,12 milioni di barili al giorno rispetto alle previsioni di gennaio.
In base ai dati preliminari, il volume totale di produzione globale di petrolio nel mese di gennaio sarebbe aumentato in media di 0,0 3 milioni di barili al giorno rispetto al mese precedente – raggiungendo I 95,64 milioni di barili al giorno. Mentre la produzione di petrolio dei paesi Opec è scesa di 0,1 milioni di barili al giorno, quella dei paesi non-Opec, al contrario, è aumentata di 0,13 milioni di barili al giorno.

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